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Azzurri forza nove (Crivelli). Una finale “Sincaraz”, l’augurio per il 2025 (Pelazzo)

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Azzurri forza nove (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Quando non era ancora esploso il rinascimento, l’Australia per gli
azzurri rappresentava sempre un mondo lontanissimo. Nel 1935, trent’anni dopo l’edizione inaugurale, Giorgio De Stefani fu il primo italiano a giocare lo Slam degli antipodi, ma solo perché era già In tournée in Estremo Oriente. Però arrivò ai quarti, che fino al 2022 sono rimasti il nostro miglior risultato, raggiunto anche da Pietrangeli nel 1957 e da Caratti nel 1991. Briciole di gloria. Poi, l’epifania: Berrettini in semifinale appunto nel 2022, sconfitto dal vincitore Nadal, e l’apoteosi di Sinner, trionfatore appena 11 mesi fa, quasi un contrapasso al contrario nel Major più ostico. Ambizioni. Dunque, il 12 gennaio (quest’anno c’è la novità dell’inizio alla domenica, come al Roland Garros), quando comincerà l’edizione n.113 del torneo, il campione in carica sarà italiano. E insieme a Jannik, almeno altri otto compagni d’avventura, quelli già sicuri di un posto al sole per diritto di classifica, affronteranno lo Slam dell’estate australe con sentimenti ed ambizioni ben diversi da quelli che hanno accompagnato i nostri cavalieri per decenni. Nove già in tabellone, in attesa delle qualificazioni (inizieranno il 6 gennaio), non è record, perché nel 2022 furono dieci, ma è la qualità dei sogni a fare la differenza. Sinner si presenterà da numero uno del mondo, quindi prima testa di serie, e con le stimmate del favorito per replicare la magia del 2024: «Noi italiani abbiamo fatto cose incredibili in questa stagione, l’augurio che mi faccio e che faccio a tutti è di ripeterle anche l’anno prossimo. Tra noi c’è armonia, poi ovviamente quando sei in campo giochi per te stesso, ma è bello vedere come il duro lavoro abbia portato così in alto il nostro tennis» L’altra testa di serie sicura tra gli azzurri sarà Lorenzo Musetti, ora n.17 Atp, alla costante ricerca delle sensazioni migliori anche sul cemento, dove in autunno, Davis a parte, ha mandato segnali molto incoraggianti. Il 2025 deve trasformarsi, per Lollo, l’anno delle certezze e del definitivo consolidamento nell’élite come richiede il suo talento. Al momento anche Flavio Cobolli, n.32, sarebbe nel seeding, ma i tornei di inizio anno possono rimescolare le carte e dunque per l’ex difensore delle giovanili della Roma diventa necessario fare punti già dalla United Cup di fine dicembre. A minacciarne il privilegio, tra gli altri, c’è pure Matteo Berrettini, che lo segue di appena due posizioni in classifica (34) e a Brisbane cercherà il grande risultato che gli consenta di inseguire il gotha delle teste di serie. […]. Sorprese Ma anche gli altri italiani avranno storie interessanti da raccontare, da Amaldi in cerca di riscatto e che è già in Australia perché da li arriva la fidanzata, a Sonego scalpitante e adrenalinico dopo aver ufficializzato la collaborazione con Santopadre, passando per i debuttanti Darderi e Nardi, con il pesarese onorato dall’Atp per aver realizzato la sorpresa dell’anno battendo Djokovic a Indian Wells. E poi c’è l’eterno Fognini, alla 17 partecipazione, intenzionato ad illuminare con le sue qualità quello che potrebbe essere l’ultimo anno sul circuito. Buon viaggio.

Una finale “Sincaraz”, l’augurio per il 2025 (Giovanni Pelazzo, Tuttosport)

Si sono già incontrati undici volte, ma mai in una grande finale. Non solo manca una sfida all’ultimo atto di uno Slam, non ce n’è (ancora) una neanche a livello Master 1000. La rivalità tra Sinner e Alcaraz, ben prima di arrivare sui grandi schermi, nasce ad Alicante nell’aprile 2019 (e già allora più di qualcuno aveva drizzato le antenne). Jannik ha 17 anni ed è reduce da 16 vittorie consecutive, avendo vinto il Challenger di Bergamo e gli ITF di Trento e Santa Margherita di Pula. All’epoca n. 317 ATP ad attendere l’altoatesino sui campi dell’accademia di Juan Carlos Ferrero c’è una wild card locale, il 15enne Carlos Alcaraz Garfia. Ancora oggi – come già all’epoca – il suo coach è lo stesso Ferrero e, dal 2025, al team del n. 3 del mondo si aggiungerà anche Samuel Lopez, che ha abbandonato l’angolo di Pablo Carreno Busta dopo nove anni di più che soddisfacente collaborazione. […]. Che Sinner e Alcaraz avessero qualcosa di speciale lo si capì subito: al primo turno del Challenger di Alicante lo spagnolo era al debutto assoluto nella categoria, avendo partecipato prima di allora soltanto a tre tornei ITF. Stremato dalle fatiche delle settimane precedenti, il giovane Jannik perde 6-2 il primo set, reagisce conquistando 6-3 il secondo e portandosi avanti 3-0 nel terzo, ma va comprensibilmente in riserva. Il giovanissimo Carlitos ne approfitta e trionfa 6-3 al terzo tra lo stupore dei pochi tifosi presenti: poco importa che al secondo turno perderà 6-2 4-6 6-4 da Lukas Rosol, quel giorno è nato qualcosa di speciale. I dieci episodi successivi del “Sincaraz”, il nome che i social hanno affibbiato alla loro rivalità, sono già più noti, a partire dal loro primo match ATP. Novembre 2021, Parigi Bercy: Jannik è in piena corsa per un posto alle ATP Finals, ma perde 7-6 7-5 all’esordio da un devastante Alcaraz. Una sconfitta che tiene l’azzurro fuori dai migliori otto dell’anno – anche se avrebbe poi giocato comunque due partite a Torino a causa dello sfortunato ritiro in corso d’opera di Matteo Berrettini. Il 1° successo di Sinner arriva agli ottavi di Wimbledon 2022, seguito poche settimane dopo da quello di Umago nella prima – e finora unica insieme a Pechino di quest’anno finale tra i due. I loro scontri diretti sembravano procedere come in un tie-break, con due vittorie a testa (come sul 6-6 si serve due volte ciascuno dopo il primo punto). US Open 2022 e Indian Wells 2023 per Alcaraz, Miami e Pechino 2023 per Sinner, Indian Wells e Roland Garros 2024 di nuovo per Alcaraz. Lo spagnolo è stato il primo a spezzare quel particolare filo rosso, imponendosi per la 3a volta di fila proprio nella già citata finale di Pechino, ad oggi l’ultimo incrocio ufficiale tra i due. Per far sì che le loro sfide restino incise nei libri di storia, tuttavia, mancano ancora all’appello le grandi finali. Va anche detto che fino a questo momento la sorte non li ha aiutati: Jannik e Carlos sono stati sorteggiati nello stesso lato di tabellone in sei degli ultimi nove Slam cui entrambi hanno preso parte. Per evitare di affidarsi al destino, l’unica soluzione per essere sicuri di trovarsi dai lati opposti è occupare i primi due posti del ranking ATP. Sinner ha già fatto la sua parte, nel 2025 toccherà ad Alcaraz darsi da fare