Un parco fotovoltaico da 170mila pannelli in un’area da risaia tra Dorno e Scaldasole: affare da 68 milioni
DORNO. Un’area di 215 ettari, grande quasi come l’abitato di un intero piccolo paese, potrebbe diventare un maxi parco agrivoltaico con oltre 170mila pannelli, con un investimento privato di oltre 68 milioni di euro proposto dalla “Neoen renewables Italia srl” di Milano. L’obiettivo è immettere energia elettrica “green” nella rete nazionale, con una produzione di oltre 100mila kilowatt, quindi il fabbisogno annuale di circa 25mila famiglie. Un progetto chiesto su terreni privati in una zona ora di campagna e bosco che ricade in maggior parte nei territori di Dorno e Scaldasole e per una porzione minore in quello di Pieve Albignola. Un progetto contro cui però si levano già scudi. Proprio ieri nel primo pomeriggio il Comune di Dorno ha mandato un parere negativo al ministero dell’Ambiente, competente per rilasciare l’autorizzazione. «Siamo contrari perché si deturpa il paesaggio, l’agrivoltaico promette di mantenere coltivazioni - spiega il sindaco di Dorno, Francesco Perotti -. Però nei documenti del progetto che abbiamo analizzato non si parla più di riso, ovvero il nostro cereale di punta, bensì di pomodori, erba medica, grano tenero e colza. Tutta la giunta ha dato parere contrario, abbiamo allegato anche una relazione di un consulente e un parere legale».
Si tratta di un altro progetto agrivoltaico proposto in Lomellina dopo quella, meno vasto di Mortara.
il progetto
Secondo le carte depositate al ministero dell’Ambiente, il progetto chiamato “Solare Dorno-Neoen” prevede la posa di oltre 171.796 pannelli fotovoltaici che sarebbero comunque rialzati rispetto alla superficie in modo da poter continuare a garantire le coltivazioni. I pannelli sarebbero comunque posti su metà della superficie dell’area occupata per l’insediamento.
Stando alla relazione tecnica, uno delle decine di allegati al progetto, il cantiere per la costruzione dovrebbe durare un anno coinvolgendo in tutto 240 lavoratori tra tecnici, elettricisti, escavatoristi, montatori elettromeccanici, manovratori di mezzi, autisti e operai. «Per la gestione del cantiere si prevede l’impiego di altre 10 persone costituite da ingegneri, topografi, geometri, periti, agronomi, geologi, direzione lavori, coordinatori della sicurezza e supervisori», si legge ancora nella relazione predisposta dall’ingegnere Fernando Sonnino dello studio Edilsap di Roma. L’importo complessivo previsto per realizzare il parco agrivoltaico è di 68 milioni 820mila euro, la durata dell’impianto dovrebbe essere intorno ai 30 anni, garantendo poi al termine del progetto il ripristino dello stato precedente dei luoghi. La corrente elettrica andrebbe poi in una cabina Enel a Pieve Albignola tramite un cavidotto di 2,3 chilometri. Ora la palla passa al ministero dell’Ambiente, ente deputato a rilasciare eventualmente il permesso per avviare i cantieri. Il ministero, come prevede la normativa, ha chiesto pareri agli enti di controllo (Ats, Arpa, vigili del fuoco), ma anche ai Comuni, Provincia e Regione. Anche cittadini e associazioni possono autonomamente presentare per via ufficiale le loro osservazioni. Nelle prossime settimane è atteso il primo parere del ministero sul progetto, già però contestato dal Comune di Dorno.