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Il ruolo della CIA nella guerra infinita in Siria

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Da quando il 27 novembre il gruppo terroristico Hayat Tahrir al-Sham (HTS) e i ribelli dell’Esercito Nazionale Siriano (ENS) hanno lanciato a sorpresa un’offensiva occupando parti di Aleppo e avanzando verso Damasco, il governo del presidente Assad ha lanciato una controffensiva militare apparentemente efficace, con il fondamentale supporto aereo della Russia. L’amministrazione Biden ha negato un coinvolgimento nell’attacco da parte di questa organizzazione succeduta ad Al-Qaeda, benché l’indebolimento del governo di Assad venga accolto con favore da molti a Washington e a Londra.
Il colonnello Richard H. Black (foto), uno dei principali esperti americani di Siria, non è convinto di queste smentite, come ha spiegato nell’intervento alla Coalizione Internazionale per la Pace il 29 novembre. A suo avviso, l’attacco, che ha infranto il cessate il fuoco concordato nel 2020 con la parziale mediazione di Ankara, è stato compiuto “con la probabile assistenza della Turchia e, sospetto, con la guida della Central Intelligence Agency”. La presenza dei curdi nell’area è un fattore decisivo per l’intervento dell’ENS sostenuto dalla Turchia.
Il col. Black, ex capo della divisione di diritto penale dell’esercito al Pentagono, ha suggerito all’IPC che l’attuale attacco di al-Qaeda e dei suoi alleati mirava a “trarre vantaggio dal fatto che la Siria è stata attaccata da Israele”, che ha fatto un crescente uso dell’aviazione. Inoltre, la CIA è coinvolta nell’organizzazione dei terroristi siriani “fin dal 2011”. È quindi improbabile, ha detto, “che i ribelli nella provincia di Idlib possano essersi scatenati senza la guida esplicita della Central Intelligence Agency. Grazie a Wikileaks abbiamo scoperto, molti anni fa, che la CIA ha creato una serie di grandi centri di stoccaggio lungo il confine turco con la Siria allo scopo di incanalare le armi ai terroristi che stavano attaccando il governo legittimo siriano… Noi [gli Stati Uniti] non abbiamo necessariamente orchestrato tutte le tattiche, le strategie e l’ideologia usate dai terroristi, ma sapevamo cosa stavano facendo”.
Per quanto riguarda la Turchia, Ankara “è sempre alla ricerca di opportunità per impossessarsi del territorio siriano e certamente è complice degli attuali attacchi”. Inoltre, ha osservato il colonnello Black, “questo rappresenta un’opportunità per Israele, che da tempo ha messo gli occhi sulle proprietà siriane”. Quindi, vedremo cosa si svilupperà, ma non c’è dubbio che all’interno dello Stato profondo, ci sono elementi della CIA, del Pentagono, che stanno cercando un’espansione della guerra e la creazione di un nuovo fronte in Siria per minare ancora una volta qualsiasi sforzo che l’amministrazione Trump potrebbe avere per portare la calma e la pace nel mondo”.