Salucci: «A Roma per il sogno: qui a Trieste manca una scuola di cinema»
Alla scorsa Festa del Cinema di Roma a vincere il Premio speciale Gruppo Acea per il miglior cortometraggio sul riuso delle risorse idriche è stato Davide Salucci, regista di Sistiana. Con il suo film breve “Ocean cleaner” ha riletto in chiave poetica il tema ambientale: il protagonista è un robottino addetto alla pulizia della piscina che sogna di ripulire i grandi oceani, e che pare avere un’anima come il disneyano “Wall-E”.
L’idea nata a Sistiana
L’idea gli è venuta proprio nella piscina di casa dei suoi genitori, a Sistiana. Trentun’anni, papà fiorentino professore alla Sissa e mamma austriaca, Salucci ha visto fiorire la sua passione per il cinema proprio lì, in maniera insolita. «Già verso i 10 anni mi piaceva fare scherzi e riprenderli, tipo “Scherzi a parte”», racconta. «Avevo quindi materiale video di piccoli scherzi, e per farli vedere agli altri dovevo montarli. A scuola queste materie non esistevano: ho imparato il montaggio da autodidatta sul web. Poi ho girato i primi corti sempre a Sistiana con amici che hanno le mie stesse passioni, come Hari Bertoja, direttore della fotografia». Ventenne, studia Filosofia e Storia a Trieste ma «già con l’idea di fare cinema, per me una forma che va riempita di contenuti».
Centro sperimentale di cinematografia a Roma
Poi viene ammesso al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma con il corto d’animazione “Il principe”, al quale collabora l’attrice Lara Komar, e si trasferisce nella capitale nel 2017. «A Trieste manca una scuola di cinema. Al Centro ho fatto tre anni tosti ma molto formativi a contatto diretto con professionisti». Nel suo cinema si riflette l’attitudine della sua terra: «È una città dove le persone da un lato hanno sprazzi di umorismo, dall’altro sono molto fredde». Davide è rimasto a vivere a Roma: oggi lavora con scuole di cinema o come aiuto in progetti sui set.
Il primo lungometraggio
Da film-maker indipendente è riuscito a girare il suo primo lungometraggio, “Verità artificiale”, che uscirà su Prime Video a fine dicembre. «È un film autoprodotto con gli amici, girato nel 2023 quasi tutto in una location e in dieci giorni». L’argomento è attualissimo: uno scienziato, non a caso il mestiere del papà di Davide, mette a punto un algoritmo che, con l’intelligenza artificiale, cerca la verità in un contesto finzionale, il cinema. «Per lavoro vedo molti provini: gli attori spesso si aprono davanti agli sconosciuti. Ho visto persone che piangevano raccontando del rapporto con la madre. E mi domandavo: è vero o lo fa solo per prendere il ruolo? C’è sempre un rapporto tra vero e falso, tra realtà e finzione».
Il corto girato a Trieste
A Trieste ultimamente ha girato il corto “L’uccello imbroglione”, storia di una donna del Carso convinta di sentire nel bosco un uccello che sa replicare la voce del marito morto. «È in dialetto: mi fa piacere proiettare corti o film in triestino a Roma. Non è una lingua che si sente spesso al cinema». Ora le energie sono concentrate su un nuovo lungometraggio, «una tragicommedia ambientata tra Fvg e Austria. Da parte di mamma per metà sono austriaco, conosco bene quella cultura». —