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Chi è Guillermo Aylon, il 33enne manager di Paolini: “Da giocatore a coach, poi ho capito la mia strada. Jasmine è unica” [ESCLUSIVA]

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Il manager della numero 4 del mondo, Jasmine Paolini, è un riflesso della giocatrice azzurra: semplice, disinvolto e come se ormai fosse una caratteristica del team, sorridente. Guillermo Aylon, a soli 33 anni, è già diventato il manager della più forte tennista italiana dell’Era Open.

Nato a Saragozza, una città della Spagna nord-orientale, inizia a coltivare seriamente la sua passione per il tennis negli Stati Uniti. Arriva all’Università di New Orleans nel 2011 ed entra a far parte della divisione di tennis alla NCAA. Quando capisce che il suo sogno di partecipare al Grande Slam non è realizzabile sul campo, per cinque anni si dedica alla carriera di allenatore. Trascorre metà di quegli anni in Alabama alla Jacksonville State University, prima di spostarsi alla John McEnroe Academy. Ma anche al termine di quell’esperienza non si sente ancora nel posto giusto, non vuole trascorrere tutte quelle ore in campo. Inoltre, l’eccessiva concorrenza lo spaventa: “Quanti giocatori e allenatori bravi ci sono al mondo?” mi chiede durante l’intervista. Tanti, penso. No: “Troppi” risponde lui.

Eppure, Guillermo ama il tennis e vuole fare parte di quel mondo. Dopo 11 anni, saluta gli Stati Uniti e torna in Spagna dove inizia a lavorare per il Business Development dell’IBP Tenis, il più grande circuito nazionale di tennis spagnolo dove scopre il ruolo che fa per lui.

Nel 2020 arriva la rampa di lancio, con l’assunzione presso: Wesport, un’azienda manageriale svedese con sede a Stoccolma che si occupa principalmente di tennisti ma segue anche sportivi di calcio, hockey e golf. Fondata nel 2014 dall’ex numero 600 del ranking WTA, Nina Wennerström, Wesport ha come obiettivo principale quello di massimizzare il potenziale dei suoi atleti. Nella sezione del calcio spicca il nome di Isaac Kiese Thelin, attaccante del Malmo FF. Mentre nell’hockey sul ghiaccio, Wesport rappresenta Jesper Wallstedt, il più giovane portiere a debuttare come professionista della storia nella squadra Minnesota Wild, per la Lega Nazionale di Hockey.

Guillermo entra a far parte di Wesport e trova il posto che stava cercando, un settore del tennis più esclusivo, riservato ma fondamentale: “Rispetto ai giocatori e agli allenatori, i manager di tennis sono nettamente inferiori numericamente nel mondo” mi spiega.

All’inizio del 2024 diventa il manager di Jasmine Paolini e per entrambi diventa l’anno più incredibile della loro carriera. Paolini diventa la prima italiana a chiudere l’anno da numero 4 del mondo e Guillermo realizza il sogno di bambino, partecipando al Grande Slam, dove Paolini è anche la prima italiana a raggiungere almeno gli ottavi di finale in tutti e quattro i tornei.

Ma la storia è molto più complessa di così…

D: Raccontaci meglio com’è nata la tua carriera? Come sei diventato il manager di tennisti professionisti?  

Aylon:Ho sempre giocato a tennis e mi è piaciuto fin da quando ero ragazzino. All’inizio il mio sogno era diventare un giocatore professionista e partecipare agli slam. Ho frequentato il college a New Orleans in America e giocavo nella divisione della scuola. Il livello nei college americani e le ore che dovevamo trascorrere in campo per allenarci mi hanno fatto capire che non sarei riuscito a diventare il professionista che volevo. Così, dopo la laurea, ho deciso di provare a prendere la strada per diventare allenatore. Ma anche in quel caso bisognava trascorrere tantissime ore in campo e la mia passione non era abbastanza forte, o forse era solo diversa. Sai, ero certo di voler lavorare nel mondo del tennis, ma volevo stare più tempo fuori dal campo e con meno competizione intorno. Ci sono davvero tanti tennisti e allenatori forti nel mondo, ma quanti manager bravi conosci? Rispetto a loro, ce ne sono pochissimi. Quando sono entrato a far parte di Wesport ho capito che avevo trovato il lavoro giusto per me. Era quello che volevo e che voglio: lavorare nel tennis di alto livello, ma fuori dal campo, in uno spazio più tranquillo ed esclusivo”.

D: In cosa credi che il tuo ruolo sia fondamentale per un tennista professionista?

Aylon:Per esempio, nel caso di Jasmine, sono consapevole di essere arrivato che lei era già una giocatrice pronta per affrontare quello che poi è stato l’anno migliore della sua carriera. Ma credo che per giocatori di quel livello sia molto importante avere un certo tipo di sicurezza fuori dal campo. L’obiettivo nel mio lavoro è farli sentire al sicuro e tranquilli che tutto vada bene quando loro non sono in campo. Ma l’obiettivo è anche far sì che abbiano la mente libera quando devono andare in campo. Diciamo che la cosa più importante nel mio lavoro è occuparmi di tutto quello che non riguarda la partita e farli sentire al sicuro”.

D: Segui anche altri tennisti a parte Jasmine Paolini?

Aylon:Si, lavoro con Jakub Mensik numero 48 ATP che tra un paio di settimane giocherà la Next Gen in Arabia Saudita. È uno dei giocatori più giovani del circuito in questo momento. Lavoro anche con Roberto Bautista Agut, ex top 10 ATP. Un’altra giocatrice WTA che seguo è Sara Sorribes Tormo, numero 45 del mondo. Anche Jasmine ormai la conosce molto bene. E poi collaboro anche con diversi giocatori del circuito Junior”.

D: Di solito è il giocatore che sceglie il manager o il contrario? Con Jasmine com’è andata?

Aylon:Dipende. Per esempio, nel caso di Jasmine, ci siamo conosciuti circa 2 anni prima di iniziare a lavorare insieme, nel 2022 se non sbaglio. Appena l’ho vista giocare ho pensato che avesse un grandissimo potenziale e dal giorno in cui ci siamo conosciuti, siamo sempre rimasti in contatto. Andavo a vederla a tutti gli allenamenti in cui potevo.

Un’altra cosa molto importante per me è l’atteggiamento dei giocatori fuori dal campo. È ovvio come il mio lavoro sia trovare giocatrici e giocatori forti, ma per come sono fatto è altrettanto importante che siano persone piacevoli con le quali lavorare e trascorrere del tempo insieme. Con Jasmine non ho avuto dubbi, anzi, l’ho trovata abbastanza unica quando ho notato che persona fantastica era fuori dal campo. Alla fine non credo di essere stato io a scegliere lei, o viceversa. Dopo aver condiviso tante idee e pensieri, un giorno, ci siamo scelti entrambi”.

D: Vai spesso con lei ai tornei?

Aylon:Si molto spesso. L’anno scorso abbiamo dovuto viaggiare tanto anche per gli sponsor, il calendario era molto fitto. Dopo i risultati del Roland Garros e Wimbledon avevamo molti appuntamenti da rispettare ma lei è stata bravissima. Lavorare con Jasmine è davvero piacevole anche in quelle occasioni”.

D: Oltre al rapporto professionale, è nata anche un’amicizia tra voi?

Aylon:Si dal mio punto di vista credo che sia diventata una vera amicizia e questo sicuramente va a migliorare la sua comfort zone. È importante che Jasmine si senta libera di dirmi se qualcosa la preoccupa, anche se non riguarda il tennis. Per esempio, se ha un problema con la famiglia o gli amici sa che può parlarmene perché c’è un rapporto di fiducia solido”.

D: Per le decisioni che dovete prendere riguardo agli sponsor, viene coinvolto anche il resto del team? Ne parlate anche con il suo coach?

Aylon:No, ne parlo solamente con Jasmine. Lei prende molte decisioni da sola perché ha le idee chiare su quello che vuole. È una persona determinata che va dritta al punto. E come dicevo prima, il rapporto di fiducia è molto solido, quando le propongo qualcosa si fida, senza problemi. Basta anche solo una telefonata dove le spiego brevemente cosa dovremmo fare e siamo a posto, non servono delle vere e proprie riunioni. Solitamente mi sento con i vari rappresentanti, poi solo nel momento finale in cui dobbiamo chiudere l’accordo, mi confronto con Jasmine”.

D: È complicato scegliere le giuste partnership? Cosa ti porta a scegliere un brand piuttosto che un altro?

Aylon:Nell’ultimo anno è stato molto complicato perché, grazie agli ottimi risultati di Jasmine, abbiamo avuto una richiesta davvero elevata. E chiaramente non si può dire di sì a tutti altrimenti Jasmine perderebbe il focus sul tennis. Quando rappresenti un brand hai tanti impegni: ci sono gli shooting, le pubblicità da girare e poi c’è tutta la parte per i social media. Se stringi troppi accordi, che poi devi rispettare, rischi di non avere più tempo a sufficienza per allenarti.  Nel caso di Jasmine, ho cercato di selezionare i brand che più rappresentano i suoi valori, anche studiando quello che avevano fatto in passato.

Per esempio, Intesa San Paolo e Italgas sono sempre stati nel mondo del tennis e per noi quello era un punto in più. Oppure abbiamo scelto Oral-B perché sono prodotti organici, super naturali”.

D: Ci saranno delle nuove collaborazioni nel 2025 rispetto al 2024? Nuovi brand da rappresentare?

Aylon:Si, oltre a quelli che avevamo già nel 2024 ce ne saranno di nuovi. Non posso dirvi i nomi perché sono informazioni ancora confidenziali, ma lo scoprirete presto”.