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Ноябрь
2024

Piantedosi all’Unione degli istriani a Trieste: “Avete trasformato il dolore in una lezione di speranza”

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Dopo il sigillo trecentesco ricevuto in Comune dalle mani del sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, i festeggiamenti per i 70 anni dell’Unione degli Istriani hanno raggiunto stamattina, 30 novembre, il loro apice con il convegno nell’Auditorium del Generali Convention Center in Porto Vecchio, ora Porto Vivo, alla presenza del ministro Matteo Piantedosi.

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Il ministro Piantedosi

“L’Unione degli Istriani nasce da un dolore collettivo, da un dramma che ha strappato centinaia di migliaia di persone alle loro terre d’origine con un esodo che ha segnato per sempre la storia del nostro Paese, ma nasce anche dalla volontà incrollabile di tramandare i valori della comunità – sono state le parole del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi -. Celebriamo il lavoro straordinario che in questi 70 anni l’Unione ha portato avanti per tenere viva la memoria per le future generazioni. Una memoria troppo a lungo vergognosamente negata”.

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"Celebrare l’Unione degli Istriani significa riaffermare l’importanza della memoria storica, ma significa anche guardare al presente e al futuro, perché la memoria serve proprio a proiettare nel futuro quei valori – ha continuato -. La storia degli esuli ci stimola a coltivare i valori del rispetto, della comprensione reciproca e la conoscenza del passato è il primo passo per costruire un futuro di pace. La storia degli esuli è anche una testimonianza di resilienza, della capacità di ricostruire una comunità portando il patrimonio immateriale di una cultura millenaria. Un’eredità preziosa per tutte le generazioni future”.

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"Il ricordo dell’esodo e della tragedia delle foibe aiuta a riflettere anche su quello che rappresenta oggi Trieste, crocevia di culture, ponte tra Oriente e Occidente, dove si incontrano passato e futuro, simbolo di riconciliazione e convivenza. Unione degli Istriani e Giorno del ricordo sono strumenti essenziali della nostra storia e della nostra cultura, noi, le nostre istituzioni, sosterremo sempre le iniziative per la memoria dell’esodo e delle foibe. Voi avete sapute trasformare il dolore in una lezione di speranza, l’Italia sarà sempre al vostro fianco”.

L’intervento dell’assessore Fvg Roberti

"Se oggi, dopo un lungo periodo di vergognoso silenzio che ha mutilato l'Italia di un suo importante pezzo di storia, viene riconosciuto quanto accadde alle genti dell'Istria dopo la Seconda guerra mondiale. Lo dobbiamo in primo luogo all'attività caparbia e costante di associazioni come l'Unione degli Istriani, che con coraggio da settant'anni lavora per la verità e il ricordo" le parole dell'assessore regionale alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti che ha portato i saluti del governatore Fedriga all’evento, che ha visto anche ha presenza dei sindaci di Trieste e Muggia, Roberto Dipiazza e Paolo Polidori.

Roberti ha confermato l'impegno dell'Amministrazione regionale nel sostenere l'opera dell'Unione degli istriani, "ad iniziare dal recupero del Campo profughi di Padriciano affinché rimanga la testimonianza - ha concluso - di quello che subirono gli esuli dopo aver abbandonato la loro terra".

Le parole del sindaco Dipiazza

“Agli inizi del mio percorso politico, come sindaco di Muggia non conoscevo nel profondo la tragedia di queste terre”, ha detto il sindaco Roberto Dipiazza: “Poi nel corso degli anni, grazie a voi dell'Unione degli Istriani, ho iniziato a scoprire le storie, le persone e i drammi personali. Voi mi avete aiutato e con il tempo abbiamo rotto il silenzio che circondava il dramma dei 350 mila italiani costretti ad abbandonare le loro terre. Insieme abbiamo costruito il monumento alla Foiba di Basovizza, il monumento a Norma Cossetto, il monumento all’Esodo in piazza Libertà, dedicati a tutti gli italiani che hanno abbandonato le terre, sempre insieme, anche in occasione dello storico concerto dell’estate del 2010 in piazza Unità alla presenza dei tre presidenti, Napolitano, Türk e Josipović. L'Unione degli Istriani mi è sempre stata vicina in questi anni, tante cose sono state fatte ed è sempre stata un'emozione. Oggi è un'altra grande emozione”.