Ruba le scarpe a un bambino ma il Gps interno la incastra
Ruba le scarpette da ginnastica di un bambino di 5 anni, mentre il piccolo è impegnato in un corso di nuoto, ma non fa i conti con la scaltrezza della mamma e le nuove tecnologie. La madre del bimbo, infatti, ha rintracciato la ladra grazie a un dispositivo di localizzazione nascosto nelle calzature del figlio.
Teatro del furto è la piscina di San Giovanni a Trieste, dove il bambino partecipa a uno dei corsi dedicati ai piccoli aspiranti nuotatori di un asilo. Contemporaneamente, però, alcune corsie dell’impianto sono frequentati anche da adulti che, in autonomia, si allenano.
La brutta sorpresa avviene una volta usciti dall’acqua. Al momento di doversi rivestire, infatti, il bambino e l’accompagnatore della classe si rendono conto che nello spogliatoio la felpa c’è, i pantaloncini e il giubbotto pure, però mancano all’appello proprio le scarpette, un modello particolare da ginnastica. Dopo aver cercato ovunque, il bimbo viene riportato in asilo con ai piedi le ciabattine da piscina e la scuola avverte subito la famiglia di quanto accaduto.
Ma la madre non si dà per vinta e attiva il localizzatore con il sistema AirTag, «che uso sistemare nelle scarpe di mio figlio – spiega – visto che frequentiamo grandi parchi dei divertimenti, dove è anche facile che lui si perda». Il sistema, in questo caso, le segnala con estrema precisione che le scarpe si trovano all’interno di un complesso scolastico della zona di Cologna, non frequentato dal piccolo, fornendo l’indirizzo preciso.
A quel punto, andata in piscina, la donna chiede aiuto al personale della struttura di San Giovanni, «per capire – racconta – se nello stesso orario di mio figlio fossero impegnati in qualche corso anche alunni di quella specifica scuola». Ma così non è.
Le viene però confermato che in quella fascia oraria ad allenarsi c’erano alcune persone adulte. «Da parte degli operatori della piscina c’è stata la massima collaborazione, erano amareggiati», sottolinea la mamma. Che a quel punto si presenta direttamente nella scuola dove il dispositivo indica sono presenti le scarpe. Trovando, in un primo momento, «scarsa collaborazione – testimonia –: poi quando ho minacciato di chiamare le forze dell’ordine, alla fine, una dipendente mi ha consegnato le scarpe, ipotizzando che suo figlio di 13 anni, per sbaglio, potesse averle messe nella sua borsa». Una versione dei fatti alla quale non ha creduto nessuno... La vicenda a quel punto è finita lì, senza alcuna denuncia, con un lieto fine dal retrogusto amaro.
L’uso dei localizzatori come antifurto per calzature, borse e capi di abbigliamento sta prendendo piede, specialmente tra chi indossa scarpe da ginnastica di un certo valore, molto ambite e spesso nel mirino di malintenzionati. Come accaduto lo scorso anno sulla pista di ghiaccio di Ponterosso, quando a dei ragazzi con i pattini ai piedi, erano state rubate delle Nike di valore.
Ma come funziona questo dispositivo che alcuni sistemano anche al collare dei cani, nei bagagli e sul portachiavi? L’AirTag è un piccolissimo dischetto che si aggancia a un oggetto e che si collega all’iPhone o all’iPad. A quel punto l’oggetto risulta sempre tracciabile, anche quando viene smarrito o rubato. Proprio come le scarpette del bambino di 5 anni. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA