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Ноябрь
2024

Sci di fondo, la Coppa del Mondo femminile 2024-25 vive sul ritorno di Johaug, ma non è certo la favorita per la Sfera di cristallo

Chi vincerà la Coppa del Mondo femminile di sci di fondo 2024-25? Bella domanda, la cui risposta potrebbe essere svelata già all’inizio del mese di gennaio. La soluzione al quesito coinciderà probabilmente con l’identità della vincitrice del Tour de Ski, tale è l’ammontare dei punti messo in palio durante questo discusso, ma apparentemente imprescindibile, appuntamento multi stage.

Il recente passato parla chiaro. Negli ultimi 15 anni, la donna fregiatasi del Tour de Ski ha messo le mani anche sulla Sfera di cristallo ben 13 volte. Due sole eccezioni. Marit Bjørgen nel 2012 e Tiril Udnes Weng nel 2023. Entrambe hanno però chiuso sul podio l’evento a tappe. Ribaltando la prospettiva, verrebbe da chiedersi chi sono le uniche a non aver vinto la Coppa del Mondo pur conquistando il Tour de Ski. Nel primo caso Justyna Kowalczyk, nel secondo Frida Karlsson.

Va però rimarcato come il duello Bjørgen-Kowalczyk, soprattutto in quel 2011-12, assunse letteralmente i contorni di uno scontro fra gigantesse. Viceversa, Karlsson fu vittima della propria insensata incostanza, della volontà di puntare forte sui Mondiali di Planica (dove però si dovette accontentare di piazzamenti) e di un sistema di punteggio patetico, dove viene premiato il presenzialismo.

In una stagione con una manifestazione iridata in Norvegia, la Sfera di cristallo passa inevitabilmente in secondo piano. Se qualcuna vorrà vincerla, allora lotterà per farlo, dovendo giocoforza presentarsi al via del Tour de Ski. Qui casca la giumenta. Partecipare all’estenuante appuntamento multi stage, significa verosimilmente dover sacrificare la propria competitività ai Mondiali, dove tante avversarie arriveranno tirate a lucido.

Scopriremo nelle prossime settimane chi opterà per il Cristallo a discapito dell’Oro, nella consapevolezza di potersi guadagnare un trofeo estremamente prestigioso, seppur non più di valore assoluto, essendosi svalutato in seguito all’evolvere (o al degrado, a seconda dei punti di vista) dello sci di fondo.