Ma quale Champions, è la Lombardia League
Ma quale Champions, chiamatela Lombardia League... Una serata quasi storica per il calcio italiano e lombardo: tre vittorie tutte insieme, passi avanti decisi, non ancora decisivi, verso gli obiettivi con un paio di dimostrazioni di forza che devono convincere tutte le big del Vecchio Continente che in primavera bisognerà fare i conti anche con noi nella corsa alla finale di Monaco di Baviera. Non è uno scherzo e guai a prendere sottogamba l'Inter di Simone Inzaghi, a un passo dalla qualificazione diretta agli ottavi di finale (potrebbero bastare 4 punti nelle ultime tre giornate) e la strepitosa Atalanta che ha passeggiato sul sintetico di Berna dove solo un mese fa proprio l'Inter aveva sofferto.
Quella dei ragazzi del Gasp è stata una sinfonia, puntellata dalle doppiette di Retegui - primi centri in Champions che valgono quota 14 in 18 partite stagionali - e De Ketelaere. Per una squadra che a maggio ha conquistato l'Europa League sono segnali di crescita impetuosa e con limiti ancora da definire; in questo momento nessuno in giro per l'Europa può dire di augurarsi un incrocio con i bergamaschi, nemmeno le più quotate che stanno pure faticando.
Il Psg oggi sarebbe fuori da tutto e ha davanti un calendario da brividi. Il Manchester City si è fatto rimontare da triplo vantaggio contro il Feyenoord. Le difficoltà di Ancelotti ad assemblare il Real Madrid sono evidenti a tutti. Magari a marzo sarà un quadro diverso, ma oggi nessuno si può permettere di piazzare troppo lontano dalla vetta Atalanta e Inter.
La squadra di Inzaghi ha superato il Lipsia prima dominando e poi controllando, con l'unica pecca di non aver chiuso prima la contesa. Però è rimasta l'unica tra le 36 della Champions League a non aver mai subito gol, una solidità impressionante anche perché il tecnico continua a usare la coppa per le sue rotazioni.
Per chiudere il Milan che corre per entrare nelle prime otto, a Bratislava ha vinto la terza partita di fila e ha il destino nelle proprie mani. I campanelli d'allarme hanno suonato anche contro lo Slovan, però, soprattutto legati a una fase difensiva che imbarca acqua contro troppa facilità. Fonseca ha fatto largo uso di turn over, salvo poi dover ricorrere ai titolari per sistemare un match che si stava complicando. Bicchiere mezzo pieno, ma solo per il risultato.