Con la parità di genere sul posto di lavoro 34 miliardi in più per il Pil del Veneto
Meno di sei donne su dieci, in Italia, accedono al mondo del lavoro, in Veneto la percentuale è più alta, ma sempre inferiore a quella maschile. Le donne hanno contratti part time e una paga più bassa: ben 8 mila euro in meno all’anno rispetto a quella degli uomini. Eppure, la piena parità di genere avrebbe un impatto enorme sull’economia nazionale, il 12 per cento di Pil in più, 262 miliardi di euro. Sono questi alcuni dei dati contenuti nella relazione di Lorraine Berton, la presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, che ha riunito lunedì 25 novembre nel teatro Buzzati di Belluno, imprenditori e amministratori nazionali e regionali. Si è parlato molto di lavoro al femminile nel corso dell’assemblea, già a partire dal titolo “L’impresa di essere donna”.
«Secondo una ricerca della Fondazione Nord Est» ha continuato Berton «con la parità di genere in Veneto l’aumento del Pil regionale potrebbe raggiungere il 19 per cento, ovvero 34 miliardi di euro in più, di cui 17 miliardi per l’aumento delle persone occupate, 12 per il riequilibrio delle retribuzioni, 5 per il bilancio delle ore lavorate». La parità di genere è in diritto, ha aggiunto la presidente degli industriali bellunesi: «Vogliamo un paese dove il valore si misura solo in base alle capacità, dove le donne non devono scegliere tra lavoro e famiglia: non possiamo più permetterci di perdere il potenziale di metà della nostra società».
La strada è difficile e piena di ostacoli, ma anche il mondo imprenditoriale può fare parecchio, in termini ad esempio di conciliazione tra vita lavorativa e quella famigliare, tenendo bene a mente, ha detto Lorraine Berton che «le aziende con maggiore presenza femminile sono più innovative e performanti, crescono di più e hanno più successo».
Ad ascoltare la sua relazione oltre seicento persone, tra cui il presidente della Regione Luca Zaia, il presidente di Confindustria nazionale Emanuele Orsini e l’appena eletta presidente di Confindustria Veneto Est, Paola Carron. Donne e giovani, l’altro tema della relazione, insieme con la crisi economica e la mancata crescita industriale che prosegue ormai da mesi e che colpisce anche il Bellunese. I giovani dunque.
«Come Confindustria Belluno Dolomiti stiamo avviando progetti concreti: il futuro della provincia e del Veneto intero dipende anche dalla capacità che avrà il sistema produttivo di rigenerarsi e di riqualificarsi, e soprattutto di aggiornare il suo patrimonio di tecnologie e di competenze. Da qui nasce la “Dolomiti Innovation Valley”, un ecosistema composto da laboratori tecnologici, living lab, un polo per l’alta formazione, con la Luiss Business School, gli Its meccatronico e occhialeria e presto un corso di laurea in informatica dell’Università di Verona».
Ma non c’è solo questo. Berton ha annunciato l’avvio di un polo internazionale dell’Intelligenza artificiale applicata all’occhialeria. «Il futuro è dei giovani e dei talenti che riusciremo a trattenere e anche ad attrarre».
La “fuga dei cervelli” non è un modo di dire: il Veneto tra il 2011 e il 2023 ha perso 80mila under 35: «Serve una norma che introduca agevolazioni strutturali per le imprese che assumono giovani, servono percorsi formativi personalizzati, pacchetti di servizi welfare e alloggi». Proprio di alloggi ha parlato nel successivo intervento, tra le molte altre cose, Emanuele Orsini, illustrando il piano straordinario di edilizia di Confindustria, insieme con i progetti di formare personale all’estero (in Ghana o in Marocco) per una migrazione controllata e soprattutto preparata. Le preoccupazioni di Orsini sul piano nazionale per l’andamento dell’economia sono le stesse di Berton sul piano locale: «C’è il rischio di recessione che già investe il nostro primo partner, la Germania. Ombre si allungano sulla Francia, la produzione italiana registra una riduzione per la sesta volta consecutiva, anche l’economia del Veneto sta rallentando. Rimandare le decisioni di politica industriale europea è da irresponsabili. Occorre una svolta a cominciare dal Green Deal che è diventato un boomerang. La crisi dell’Automotive si ripercuote anche in provincia: è la prova lampante di una strategia sbagliata». Ovviamente, vista la presenza di Zaia, si è parlato anche di Olimpiadi Milano Cortina 2026 e di turismo in generale: «Ci dissociamo da chiunque si rifiuti di ospitare turisti, ha detto Berton, da qualsiasi parte del mondo provengano. È una pagina da lasciarci alle spalle, perché le nostre comunità sono conosciute per essere ospitali e inclusive». E sulle Olimpiadi il grazie a Zaia che le ha fortemente volute: «La pista di bob è tra le opere più avanzate, alcune infrastrutture stradali sono avviate e finanziate». Con la speranza che si arrivi in fondo, senza sprechi e intoppi. Al termine dell’assemblea, Berton ha ricevuto l’applauso dei presenti e un mazzo di fiori dal presidente nazionale Orsini.