Udine avrà la tassa di soggiorno: da febbraio fino a 2 euro a notte
Udine avrà la sua imposta di soggiorno. Dal 1º febbraio del prossimo anno, infatti, tutti coloro che dormiranno in alberghi, bed and breakfast e, più in generale, attività ricettive della città, saranno chiamati a versare, oltre al costo della camera, quella che nel mondo viene comunemente chiamata city tax e che avrà un valore compreso tra 1,50 e 2 euro a notte a seconda della tipologia della struttura.
Il via libera è arrivato con i voti della maggioranza nel corso dell’ultimo Consiglio comunale dell’anno prima di quello dedicato espressamente all’approvazione del bilancio da parte di palazzo D’Aronco. Il capoluogo udinese, dunque, si aggiungerà ai quattordici enti che già hanno attivato un’imposta che in Friuli Venezia Giulia è valsa un incasso, nel 2023, pari a poco meno di 6 milioni di euro.
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Variazione di bilancio
La seduta è servita al centrosinistra anche per varare non senza polemiche, l’ultima variazione di bilancio dell’anno. Una modifica al budget di palazzo D’Aronco che, come spiegato dal sindaco Alberto Felice De Toni, produce un conto economico positivo di parte corrente da 1 milione 594 mila 770 euro, frutto essenzialmente di recupero dell’evasione della vecchia Imu e da incassi legati all’occupazione di suolo pubblico, e 43 mila euro per quanto riguarda gli investimenti. L’opposizione, soprattutto, attraverso il capogruppo di Fdi Luca Vidoni e quello di Forza Italia Giovanni Barillari ha contestato in particolare due voci di spesa: gli ulteriori 290 mila euro destinati alla realizzazione del nuovo gattile, che si sommano ai 560 mila già iscritti a bilancio, e i 260 mila per il rifacimento del manto stradale del piazzale della stazione.
Se nel primo caso a spiegare le motivazioni, correlate in primis alla necessità di prendersi cura dei gatti senza padrone – attualmente sono circa 2 mila 400 – e in particolare quelli malati, è stata l’assessore Rosi Toffano, nel secondo è toccato al collega di giunta Ivano Marchiol che ha ricordato il cedimento del manto stradale della zona e la necessità, quindi, di intervenire con urgenza. Motivazioni, in ogni caso, incapaci di convincere la minoranza che ha quindi confermato il voto contrario espresso in Commissione. «È davvero un peccato – ha commentato il capogruppo di Identità Civica Loris Michelini che non si sia utilizzato l’aumento delle entrate per sistemare strade e marciapiedi».
Nuova imposta di soggiorno
Il nucleo centrale della seduta ha riguardato, in ogni caso, l’introduzione della tassa di soggiorno anche a Udine. Dopo averla di fatto approvata nel 2023, decidendo però di posticiparne l’entrata in vigore di un anno, la maggioranza ha deciso di renderla effettiva a partire dal 1º febbraio. La legge regionale in vigore autorizza i Comuni a introdurre una tassa compresa tra 0,5 e 2,5 euro a notte a discrezione dei singoli municipi. Al netto delle esenzioni previste, come ad esempio per le associazioni sportive dilettantistiche, palazzo D’Aronco ha fissato un delta compreso tra 1,5 a 2 euro a seconda della struttura ricettiva interessata.
L’ipotesi di incasso per il 2025, secondo alcuni stimata al ribasso, è pari a 650 mila euro. Detto che la Regione per incassi superiori a 50 mila impone di decidere gli impegni di spesa legati all’imposta con PromoTurismoFvg e le principali associazioni di categoria, il Comune immagina di destinare il 65% dei fondi ai servizi turistici e il restante 35% allo sviluppo dell’impiantistica di settore. «Dalle notizie che abbiamo – ha spiegato l’assessore Gea Arcella –, la Regione vuole alzare il tetto massimo a 5 euro al giorno, ma noi non modifichiamo le tariffe stabilite».
Bocciate tutte le proposte presentate dall’opposizione da parte della leghista Francesca Laudicina e dal meloniano Vidoni con quest’ultimo, in particolare, che puntava a posticipare l’entrata in vigore della norma di un altro mese, pertanto a marzo perchè «è in quel mese che termina la bassa stagione, stando a quanto dichiarato dalle associazioni di categoria». Non soltanto, però, perchè il capogruppo di Fratelli d’Italia voleva l’esclusione dal pagamento dell’imposta di chi dorme a Udine per comprovate esigenze di lavoro. Niente da fare, come accennato, con la maggioranza che ha tirato diritto approvando il testo così come presentato in Aula.