Il premio Barcola 2024 a don Malnati: «Trieste ritrovi sinergia sociale»
«Trieste abbandoni gli antagonismi, non si lasci andare alle liti e provi a ritrovare la sinergia sociale». È questo l’augurio di monsignor Ettore Malnati per il futuro della città, pronunciato nel corso del suo ringraziamento per la consegna del Premio Barcola, tenutosi sabato nel salone di rappresentanza della Regione Fvg, colmo di autorità e persone semplici che, in un modo o nell’altro, hanno incrociato la propria vita con quella del già segretario particolare dell’arcivescovo Antonio Santin.
A festeggiare Malnati c’era anche tanta politica. Come l’assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, il quale ha ricordato come don Malnati abbia segnato le tappe fondamentali della sua vita. Ad applaudire don Ettore anche l’altro assessore regionale triestino, Fabio Scoccimarro, e il sindaco Roberto Dipiazza, che lo ha definito «una persona straordinaria, che mi è sempre stato vicino anche in occasione dei lutti che mi hanno colpito».
Il presidente del comitato promotore del Premio Barcola, Alberto Cattaruzza, ha ricordato il fine del riconoscimento: la scultura, realizzata dall’artista triestino Giuseppe Callea, va ogni anno a chi ha fatto il bene di Trieste e che ha contribuito a portarne in alto il suo nome.
Le motivazioni
«Abbiamo deciso di dare questo premio a una persona straordinaria – ha sottolineato Cattaruzza – a un sacerdote, saggista, giornalista, storico, scrittore, tra i fondatori l’associazione culturale Studium Fidei, nonché fondatore 50 anni fa della comunità di Sion. Malnati, nel corso della sua opera pastorale ha sempre favorito l’incontro e la convivenza fra le varie componenti della nostra comunità, un’opera di cui si sente particolare necessità soprattutto nel periodo che stiamo vivendo. Trieste non ti dimenticherà – ha detto poi Cattaruzza rivolgendosi a Malnati – e ti sarà sempre grata per tutto quello che hai dato».
«Quello che ho fatto l’ho sempre fatto con il cuore – ha ricordato il sacerdote –, ovviamente non sempre in sintonia con tutti, ma ho sempre cercato di sottolineare il fatto che ciò che conta è la dignità della persona». Don Malnati ha vissuto per 59 anni a Trieste. «Non hanno voluto che compissi il 60esimo, ma pazienza – aggiunge – ringrazio la città, l’arcivescovo Santin che mi volle vicino a sé e tutti i sindaci che ho accompagnato». In tal senso non è mancato un aneddoto particolare. «Ricordo che Paolo VI si informava quasi quotidianamente sullo stato di salute dell’ex sindaco Gianni Bartoli nel suo ultimo periodo di vita».
L’augurio per il futuro di Trieste
E poi l’auspicio il futuro della città. «Per Trieste si prospetta un periodo nuovo, un futuro pieno di speranza, ma per farlo deve abbandonare gli antagonismi, non si deve lasciar andare alle liti e deve ritrovare la sinergia sociale».
Un auspicio che si interseca con una preoccupazione legata all’attualità della politica triestina. «Mi preoccupa il politichese del mondo cattolico – ha sottolineato – perché se in politica non c’è dialettica il problema è grosso. Tanto più per un cattolico, in quanto quest’ultimo deve sempre cercare il dialogo e non lo scontro con l’avversario. L’avversario politico non è un nemico e se non si supera questo in politica non si va avanti».
Pur se incalzato, don Malnati non ha voluto specificare se queste sue ultime dichiarazioni fossero rivolte a recenti situazioni vissute nell’arena politica cittadina. «Mi rivolgo a tutti i cattolici che fanno politica – ha aggiunto – perché nessuno è perfetto, soltanto Dio». —
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