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L’ultima mossa di Google che dovrebbe far tremare i giornali

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Nel silenzio generale, anche degli stessi media coinvolti, negli ultimi giorni Google ha avviato un test sulle notizie online. All’1% degli utenti europei, infatti, è stato impedito di trovare informazioni sul motore di ricerca che rimandassero a testate online che hanno sede nell’Unione Europea. Questo “test” – così è stato chiamato – ha coinvolto, dunque, oltre 4,4 milioni di persone. Perché lo ha fatto? L’azienda di Mountain View, furbescamente, sostiene di aver agito così su indicazione della UE. In realtà, la Commissione ha chiesto a Big G di fornire delle metriche in grado di valutare il livello di dipendenza tra i giornali online e il Motor di ricerca più utilizzato. Ovviamente in termini di visualizzazioni.

Google e la mossa sulle ricerche di articoli online

All’inizio erano nove i Paesi coinvolti in questo test: Belgio, Croazia, Danimarca, Francia, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Spagna. Poi, però, c’è stato un passo indietro sulla Francia. Un Tribunale, dopo la denuncia di un sindacato dei media transalpini, ha obbligato Google a tornare sui suoi passi. In Italia, ma anche negli altri Paesi coinvolti, il silenzio più assoluto, con nessuno dei principali quotidiani che ha raccontato quanto questa mossa – che si inserisce all’interno di un braccio di ferro tra l’UE e le grandi aziende del tech sull’equo compenso agli editori – possa essere molto pericolosa per il futuro del giornalismo.

Perché l’informazione non passa solamente dai grandi editori. C’è un enorme substrato di piccoli e medi editori che ha dato vita a un’informazione più settoriale e verticale. E sono proprio questi ultimi a essere gli esclusi dal grande dibattito sull’equo compenso. Eppure nessuno ne parla e si prosegue in questa dipendenza asfissiante dai servizi delle grandi multinazionale. Senza fiatare. Senza protestare.

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