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Dottoressa presa a pugni in ospedale a Montebelluna

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«Siamo costantemente sottoposte ad aggressioni fisiche e soprattutto verbali. Offese sessiste e sessuali, essendo in gran parte donne. Parolacce, denigrazioni. E io presi pure un pugno in faccia da un paziente». Catia Morellato, medico del pronto soccorso di Montebelluna, alza la voce nell’incontro promosso dalla Provincia e Ulss 2 in avvicinamento alla giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne di lunedì prossimo. Frasi choc.

Si sfoga, pensando anche alle colleghe. E il dramma della violenza di genere si intreccia con quello delle aggressioni al personale sanitario: otto nell’azienda sanitaria trevigiana da inizio anno (fisiche e verbali), otto casi su 10 riguardano donne.

Morellato riferisce nel dettaglio, come fosse ieri, la violenza subìta nell’agosto 2023, ma fa anche una denuncia pubblica – nella sala consiglio del Sant’Artemio – del clima pesante con cui medici e infermieri sono costretti troppo spesso a fare i conti: «Offese a livello sessuale, commenti volgari, apprezzamenti frequenti legati all’aspetto fisico per le più giovani».

Quanto al pericolo delle aggressioni fisiche, le sue frasi fanno riflettere: «Ogni volta che vedi un paziente alzare la mano, oggi sei sempre in allerta». Il medico dell’ospedale montebellunese, con un certo carico di amarezza, torna indietro con la mente all’estate dell’anno scorso: «Feci subito denuncia in caserma dai carabinieri, ma sul piano penale tutto è ancora fermo e non ho ancora avuto risposta», dichiara, «diversamente l’azienda sanitaria mi dimostrò subito vicinanza.

Mi convocarono nell’immediato per un audit, volevano sapere come stessi a livello psicologico, si cercò di valutare quali procedure mettere in atto per scongiurare episodi analoghi in futuro. Nel mio caso, il paziente era disteso sul lettino: cosa puoi fare in quel momento? Mica puoi prevederne la reazione, non te l’aspetti proprio. Di certo non puoi legarlo».

Il pugno le fu sferrato in pronto soccorso: «Stavo visitando un paziente, arrivava da un incidente ed era un po’ alterato. Non voleva fare accertamenti, lo stavo valutando: all’improvviso, si girò e mi diede un pugno in faccia. Mi prese sulla fronte, riportai una piccola ecchimosi. Per fortuna, non mi colpì più in basso, visto che porto anche gli occhiali. Ma, al di là dell’ecchimosi, a fare più male è sempre il contraccolpo psicologico».

Il giorno dopo Morellato si presentò regolarmente al lavoro: «Era pieno agosto, c’era personale in ferie. Non era giusto mettere in difficoltà i colleghi, interferendo con il servizio».

Nel suo intervento si sofferma anche sui codici rosa: «Ci sono segnali fisici evidenti. Sappiamo purtroppo come gli ematomi siano indice di una violenza reiterata. E poi, ci sono i segnali d’allarme non esplicitati, che devi riuscire a cogliere e che spesso nascondono un evento non accidentale».

Nel contempo, l’Ulss 2 sta pianificando le contromisure contro le aggressioni al personale: «Potenzieremo le telecamere di videosorveglianza, attrezzando anzitutto le continuità assistenziali», rassicura Francesco Benazzi, direttore generale Ulss 2, «stiamo valutando di dotare il personale di braccialetti con pulsante collegato a vigilantes e forze dell’ordine per garantire un pronto intervento».