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Le cicogne volano nel Pavese, in provincia censiti 70 nidi

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SANT’ALESSIO. Cresce il numero di cicogne in provincia di Pavia, con 10 nuovi nidi individuati nel 2024 rispetto al 2023. I nidi attivi, quelli occupati da coppie che svolgono attività di cova, raggiungono quota 70, mentre sono 126 i giovani volatili diventati autonomi, che cioè hanno raggiunto le condizioni di lasciare il nido e iniziare una vita propria, in diminuzione rispetto allo scorso anno.

Stando al censimento effettuato dallo studioso Pierfrancesco Coruzzi, che da anni monitora e censisce, anche per la Lipu (Lega italiana per protezione degli uccelli) le cicogne presenti in Lombardia, censimento che ha riguardato, oltre a Pavia, le province di Bergamo, Cremona, Lodi, Mantova e Milano, i nidi con cova in tutte queste province sono complessivamente 165 e i giovani arrivati all’autonomia 256. «È il numero dei giovani arrivati all’involo che è sotto la media. È diminuito a causa soprattutto delle condizioni climatiche registrate la scorsa primavera, con forti piogge proprio nel periodo compreso tra la schiusa delle uova e i primi momenti di vita dei piccoli. Si tratta di venti giorni particolarmente critici e fondamentali per la sopravvivenza delle cicogne -spiega Coruzzi -. Nella nostra regione ci sono molte coppie stanziali che depongono le uova tra fine aprile e metà giugno, a differenza delle cicogne migratrici che invece depongono a maggio».

Coruzzi afferma che in provincia di Pavia sono 21 i Comuni in cui si trovano nidi di cicogne. Il numero maggiore è concentrato a Sant’Alessio dove, oltre ai tanti presenti nell’Oasi naturalistica, se ne contano altri 4 sul territorio comunale. E a Zerbolò, sia in paese che a Cascina Venara. Ma quest’anno ci sono state coppie che hanno deciso di nidificare anche a Copiano, Calignano, Dorno. Senza dimenticare centri come Gropello e Vigevano.

«I Comuni prestano molta attenzione a questa specie e si mettono a disposizione per risolvere eventuali problemi – spiega Coruzzi -. Qualche cicogna ha realizzato il proprio nido su antenne di telefonia. Come ad esempio è avvenuto a Torre d’Arese. In questi casi sono particolarmente controllate per evitare conseguenze sulla funzionalità degli impianti e quindi ridurre l’efficienza del segnale».

Fu proprio all’Oasi di Sant’Alessio che, nel 1977, venne reintrodotta la cicogna bianca, una specie che mancava dall’Italia da cinque secoli, con quasi 700 esemplari partiti da quest’area naturalistica in trent’anni. Un progetto fortemente voluto da Antonia e Harry Salamon, proprietari del castello e dei terreni circostanti. —

Stefania Prato