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L’addio di Nadal fa discutere. Ferrer: “Mancavano tante persone importanti. Lo zio Toni (assente): “Cerimonia non all’altezza”

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Velo di tristezza sul volto di David Ferrer. Il grande desiderio di provare a trionfare dinanzi al pubblico di casa si è sciolto inesorabilmente. L’addio al tennis di Rafael Nadal ha alimentato le lacrime spagnole per un’uscita anticipata inaspettata.

David Ferrer, capitano della squadra spagnola di Coppa Davis, si è preso 24 ore di riflessione prima di parlare ai microfoni del podcast “El Partidazo” della testata COPE: “Sono triste per tutto: per com’è andata, per l’eliminazione, di certo non era lo scenario che volevamo. Eravamo favoriti ma non l’abbiamo dimostrato. E l’addio di una persona importante come Rafa è stato svalorizzata. Sugli spalti sono mancate molte persone importanti nella sua carriera. Anche i rivali di una vita non c’erano e sono mancati anche a me. Purtroppo le cose sono andate così e dobbiamo accettarle. Avrà tanto tempo per ricevere il giusto tributo e avrà l’addio che si merita. È stata la sua ultima partita, non lo vedremo più in campo e questo è triste”. È rimasto sorpreso dal fatto che abbia giocato in singolare?

Tra gli assenti anche suo zio ed ex coach, Toni Nadal. Secondo molti in Spagna il loro rapporto non è più buono come un tempo ma lui ha spiegato così: “Avevo impegni lavoro a Madridha spiegato a “El Larguero– ho visto tutto in TV. Avevo intenzione di andare a Málaga domenica. Mi sarebbe piaciuto esserci, sarei andato se non avessi avuto impegni di lavoro”.

Ferrer ha spiegato il motivo per cui ha deciso di schierare Nadal nel primo singolare: Vedendo come si allenavano e osservando i miglioramenti quotidiani di Rafa ero sicuro che sarebbe stato il solito grande “animale” competitivo. Era un punto interrogativo, ma se dovevo puntare su qualcuno, dovevo dargli questa possibilità. E nel doppio, Granollers e Carlos avevano già giocato insieme, Carlos è un forte giocatore indoor e anche Granollers. Nel doppio, Rafa non giocava dalle Olimpiadii”.

E Toni Nadal chi avrebbe schierato? “L’ho visto allenarsi a Manacor, l’ho anche visto giocare contro Bautista e altri giocatori del circuito. La verità è che mio nipote ha giocato a un livello accettabile, vincendo i set contro queste persone, e David Ferrer deve aver pensato lo stesso. Alla fine è successo quello che non è successo molte volte: Rafael giocava meglio nelle partite che nelle sessioni di allenamento. In questa occasione è successo il contrario. Colpa dell’emozione e della mancanza di partite”?

Quando Rafa – ha aggiunto Ferrer – ha perso il primo set ha cominciato a preoccuparsi perché non riusciva a trovare il giusto feeling col campo. Dopo il primo set mi ha detto che avrebbe giocato un po’ più indietro, ma sapevo che non sarebbe stata un’ottima idea su un campo così veloce. Sotto di due break gli ho detto di divertirsi, di sciogliersi, di giocare con coraggio. Vincere o perdere non avrebbe cambiato la sua carriera. L’ho affrontato come quando ero bambino e avevo l’illusione di poter giocare”.

Dopo la partita gli ho detto che ero molto orgoglioso di lui e lo ringraziavo, ha aggiunto il capitano spagnolo che poi ha parlato dell’atmosfera al Carpena di Malaga: “Con il formato attuale della Coppa Davis è cambiato tutto. Abbiamo giocato di martedì con la gente che tornava da lavoro. Non è mancato il tifo; se fosse stata una partita più equilibrata ci sarebbe stata quella pressione. L’addio è stato fatto con le migliori intenzioni, ma dopo aver perso e così in fretta è stato un po’ triste. Sono mancati Federer, Djokovic, Gasol, che è un suo caro amico. Comunque la grandezza di Rafa non cambierà con un tributo migliore o peggiore”.

Toni Nadal avrebbe preferito immagini diverse per l’addio del nipote: “È stato ovviamente emozionante il sostegno del pubblico. Mi sarebbe piaciuto vedere immagini di Rafael che vince la Coppa Davis a Siviglia, di Rafael nel torneo di Madrid, al Roland Garros o a Wimbledon, perché questo crea più emozioni. Non voglio criticare nessuno, ma avrei voluto qualcosa di diverso, all’altezza della sua carriera. Sono grato agli organizzatori come parente di Rafael e come suo ex allenatore per le loro buone intenzioni, ma avrei voluto qualcosa in più. Oggi si possono creare scene molto più emotive mescolando musica e immagini e le immagini di Rafa trasmettono passione ed emozione. Se avessero fatto questo, sarebbe stato più all’altezza.