«E poi il silenzio – il disastro di Rigopiano», in arrivo la docuserie sulla tragedia dell’hotel abruzzese
Dopo il grande successo ottenuto dal podcast, che ha raggiunto il primo posto nella classifica top podcast di Spotify, arriva su Sky la docuserie che ricostruisce nel dettaglio la tragedia dell’hotel Rigopiano: la valanga, i soccorsi, le testimonianze dei sopravvissuti e il ricordo delle vittime. La docuserie Sky Original, con la partecipazione di Chora Media, vede alla regia Paolo Negro, con la partecipazione di Pablo Trincia e Debora Campanella, già protagonisti dell’omonimo podcast.
La docuserie nasce con il preciso scopo di raccontare i fatti da un punto di vista umano, perché, come sottolinea Pablo Trincia nella conferenza di presentazione: «dentro a quell’hotel potevamo esserci noi» quel fatidico 18 gennaio 2017, quando la valanga travolse l’hotel nei pressi del Gran Sasso causando la morte di 29 persone. Trincia ha inoltre descritto l’atmosfera che si respira oggi tra le rovine dell’hotel, paragonandola a quella di «una Pompei di montagna, come camminare in un luogo abbandonato da millenni», un luogo che racchiude i silenzi e le storie di chi non c’è più.
Dopo l’enorme successo del podcast, la docuserie è stata creata con l’intento di far vivere ai telespettatori il freddo, la paura, l’angoscia e tutte le terribili sensazioni che i turisti intrappolati provarono in quelle 62 ore di attesa tra la valanga e la messa in salvo degli ultimi sopravvissuti.
Paolo Negro, durante la conferenza di presentazione, ha spiegato che è stata presa la difficile decisione di mostrare le ultime immagini delle persone che non ci sono più. A differenza del podcast, infatti, la docuserie può utilizzare gli sguardi, i volti dei sopravvissuti e i silenzi per veicolare emozioni e restituire appieno il senso della tragedia. Un elemento chiave è stata l’analisi delle circa 2000 telefonate effettuate da persone bloccate dalla neve in Abruzzo durante quei giorni di gennaio. Questo lavoro ha permesso di trasmettere al pubblico il senso di emergenza: la mancanza di elettricità, le strade impraticabili, l’isolamento, e la drammatica attesa di aiuti.
La docuserie tocca corde emotive profonde, sia nei sopravvissuti sia nei parenti delle vittime, senza sfociare nel macabro o indugiare troppo sulla morte. Marco Foresta, figlio di Tobia e Bianca, entrambi morti nella tragedia, ha affermato durante la conferenza che «l’approccio utilizzato (nel girare la docuserie) è stato quasi terapeutico. Tutti abbiamo bisogno di un momento in cui tirare fuori le nostre debolezze».
L’uscita della docuserie è prevista a meno di una settimana dall’attesa sentenza di Cassazione relativa alle responsabilità della tragedia. I parenti delle vittime e i superstiti continuano a chiedere giustizia, ammesso e non concesso che questa venga finalmente fatta a quasi 8 anni dalla tragedia. Il progetto non si limita a raccontare i fatti, ma rappresenta anche un tributo alla memoria di chi ha perso la vita e un invito a riflettere sulle conseguenze delle responsabilità mancate.