Sgomberati i migranti accampati nel Porto Vecchio di Trieste: ecco com’è andata l’operazione
Sono iniziate di prima mattina oggi, mercoledì 20 novembre, le operazioni di trasferimento dei migranti accampati nel Porto Vecchio di Trieste: almeno un centinaio di profughi che, come documentato dal Piccolo nelle ultime settimane, hanno trovato da tempo riparo oltre i varchi monumentali dello scalo.
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Dopo la sgombero e la chiusura del Silos, lo scorso giugno, i migranti in arrivo dalla rotta balcanica hanno occupato abusivamente i magazzini dell’ex distretto portuale, o trovato rifugio di emergenza sotto la tettoia di largo Santos, trasformatasi in una vera e propria tendopoli in condizioni igienico-sanitarie drammatiche.
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E proprio dalla tettoia di largo Santos sono iniziate questa mattina le operazioni di trasferimento dei migranti, operazioni che successivamente hanno riguardato anche i magazzini, in particolare edifici i primi a sud dello scalo (tra cui l’hangar 1a e il multipiano 4) che le forze dell’ordine hanno pattugliando invitando i migranti a uscire piano piano per essere identificati e, per chi vuole, trasferiti.
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Come spiegato dalle autorità presenti sul posto, i migranti vengono identificati per permettere a coloro che intendono presentare richiesta d’asilo di essere trasferiti in strutture di accoglienza in località fuori Trieste.
Una volta identificati, i migranti sono stati fatti salire sulle corriere e, prima di essere trasferiti, portati nel piazzale dietro il Silos, dove è stato allestito un presidio sanitario.
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Presenti per l’operazione Polizia di stato, Polizia locale, Guardia di Finanza, Carabinieri, Vigili del Fuoco, Esercito e personale della Protezione civile.
Presenti anche rappresentanti di Linea d’Ombra e altre associazioni che si occupano di accoglienza, tra cui la Fondazione Diocesana Caritas Onlus di Trieste incaricata di fornire i pasti.
Sul posto sono inoltre state installate tensostrutture, fornite dalla Protezione civile regionale.
La base operativa è stata allestita in zona centro congressi, a nord dello scalo. Nessuna interruzione alla viabilità è stata necessaria lungo la bretella del Porto Vecchio, dove però il traffico è stato regolato dalla Polizia locale.
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Già nella tarda mattinata l’area è stata ripulita e bonificata. Sul posto era rimasto un tappeto di coperte, abiti, scarpe, qualche tenda, sacchi a pelo, avanzi di cibo, bevande e farmaci.
I pochi beni, in parte accumulati in parte sparsi, raccontavano le povere storie di chi viveva all'aperto, sotto la tettoia, dormendo uno accanto all'altro, sull'asfalto, stretti tra piumini e coperte spesso donati dai volontari che ogni giorno portavano un pasto caldo ai migranti e anche alle persone senza fissa dimora che vivono nella zona. Tra i letti di fortuna si notavano anche medicinali, qualche analgesico o soluzioni per combattere influenza e infreddature.
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