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Stalking razzista ai vicini di casa: condannato a due anni e mezzo

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Stalking razzista alla vicina e al figlio minorenne. Nildo Sossai è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione e un risarcimento danni di 10 mila euro a due cittadini marocchini residenti a Sedico.

Il giudice Federico Montalto ha concesso le attenuanti generiche prevalenti sulle contestate aggravanti, altrimenti la pena sarebbe stata anche più pesante. Il pubblico ministero Sandra Rossi aveva chiesto quattro anni. Ora ci sono 90 giorni per le motivazioni e la presentazione dell’appello.

Il difensore di fiducia Giorgio Gasperin non aveva speranze di rimediare una sentenza assolutoria pur con tutto l’impegno, mentre il collega di parte civile Enrico Rech ha ottenuto giusto l’importo che aveva prospettato.

Sossai se l’era presa con la donna e il ragazzo fin dal 2016, quindi le prime condotte persecutorie risalgono a otto anni fa e, sul suo conto, hanno indagato due pubblici ministeri: prima Katjuscia D’Orlando e poi Roberta Gallego. Quando beveva finiva per diventare incontrollabile. Ha aggredito verbalmente e minacciato di morte entrambi e, nel settembre 2020, ha promesso un pugno alla donna.

Capitava che urlasse frasi discriminatorie, come «andate via, non mi dovete rompere le scatole. Vattene nel tuo Paese, non dovete stare qui. Marocchina sporca» e via con una parolaccia.

Gridava contro di loro soprattutto se non abbassavano lo sguardo quando lo incrociavano per strada o davanti all’abitazione. Si fermava davanti alla loro porta, bussando forte e non mancava d’insultarli. Quasi tutte le notti batteva sul pavimento con una sedia o altri oggetti per non farli dormire, perché la donna «aveva bisogno di una lezione». Questo lo diceva ad altri vicini.

Il 2 novembre 2020 è passato dalle parole alle lesioni. Un’aggressione fisica consistita in un pugno su un braccio, dopo di che le ha girato lo stesso arto superiore dietro la schiena, sferrandole un altro cazzotto sul costato e buttandola per terra. La vittima è andata al Pronto soccorso dell’ospedale San Martino di Belluno, dove le sono state refertate fratture alla quarta, quinta e sesta costola dell’emitorace sinistro per una prognosi di 20 giorni.

La Procura ha aperto un fascicolo per atti persecutori e lesioni e, in un secondo momento, solo per il primo reato. Due le aggravanti contestate: l’aver commesso il fatto su un minore, ma soprattutto la finalità di discriminazione e di odio etnico e razziale. I due hanno dovuto cambiare le loro abitudini di vita: state chiusi in casa, non dormire la notte, tenere le persiane abbassate e guardarsi intorno prima di uscire. A fine camera di consiglio il giudice ha condannato Sossai a due anni e sei mesi più il risarcimento danni.