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Aggredisce infermiera all’ospedale di Chivasso, arrestato operaio

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Chivasso

Ancora un’aggressione al pronto soccorso dell’ospedale di Chivasso. È successo nella notte tra sabato e domenica scorsi. Un operaio di 29 anni, Alessandro Marongiu, residente a Castagneto Po, alterato dall’abuso di alcol, si è scagliato contro l’infermiera che si stava prendendo cura di lui. In sua difesa intervenivano i carabinieri di Montanaro che pochi minuti prima avevano portato al pronto soccorso l’uomo.

Fermato per un normale controllo l’operaio, già in evidente stato di alterazione, aveva preso a calci l’auto di servizio danneggiandola e poi dato in escandescenze nel piazzale Libertini a Chivasso. Uno dei due militari nella colluttazione per difendere l’infermiera, riportava una leggera contusione, subito medicata. A quel punto per l’operaio scattava l’arresto con l’accusa di lesioni a pubblico ufficiale ed a personale sanitario (che costituisce un’aggravante), minacce e danneggiamento di veicolo militare. Veniva quindi trattenuto nelle camere di sicurezza della stazione di Chivasso in attesa della convalida. Che si tenuta davanti al gip del tribunale di Ivrea: l’arresto è stato convalidato e il magistrato ha disposto la misura degli arresti domiciliari.

Si tratta del terzo episodio di violenza ai danni di personale medico registrato nel volgere di un paio di mesi al pronto soccorso del nosocomio chivassese, mentre si attende ancora la convocazione di un tavolo di confronto con l’Azienda sanitaria richiesto dal Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche. Lo scorso 28 settembre, un uomo aveva dato in escandescenze a causa dell’attesa, da lui giudicata troppo lunga, per la visita di un parente. L’uomo prima aveva lanciato una bottiglietta d’acqua contro gli infermieri al lavoro al triage del punto di primo soccorso, poi se l’era presa con sputi e insulti con la guardia della sicurezza intervenuta per riportare la calma.

«Spiace che a seguito di politiche che hanno devastato il sistema sanitario siamo individuati noi come i nemici da insultare o da aggredire e quindi da difendere come se fossimo noi la causa dello sgretolamento di un servizio che una volta era autorevole e rispettato, nel quale i cittadini riponevano la loro fiducia – osserva Francesco Coppolella, segretario regionale Nursind – Lo Stato deve far sentire la sua presenza assicurando la giusta sicurezza al personale. . Non possiamo essere noi il parafulmine di uno Stato che non investe sulla sanità e sui i suoi professionisti lanciando di fatto messaggi poco rassicuranti e trasmettendo poca fiducia».