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Ucraina, tra guerra e disillusione: calano le speranze di adesione rapida a Nato e Ue

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Entrati nel terzo anno di conflitto, gli ucraini mostrano un crescente scetticismo verso la possibilità di un rapido ingresso nella Nato e nell’Unione Europea, due obiettivi ritenuti fondamentali per la sicurezza e la prosperità del Paese. Lo evidenzia un’analisi dell’istituto di sondaggi Gallup, che rileva come, nonostante la maggioranza della popolazione continui a prevedere l’adesione entro il prossimo decennio, l’entusiasmo verso una soluzione rapida stia scemando. Prima della rielezione dell’ex presidente Donald Trump, avvenuta lo scorso 5 novembre, i dubbi sul futuro dell’Ucraina con l’Occidente erano già evidenti. I dati di Gallup mostrano un progressivo affievolimento delle speranze di un rapido ingresso nell’Alleanza Atlantica e nell’Ue. A ciò si aggiunge un calo dell’approvazione verso la leadership statunitense, considerata il principale alleato militare di Kiev.

Ad agosto 2024, solo il 51% degli ucraini intervistati riteneva che il Paese sarebbe entrato nella Nato entro i prossimi dieci anni, un calo significativo rispetto a oltre il 60% registrato nei primi anni del conflitto. Nel frattempo, la percentuale di chi crede che l’Ucraina non sarà mai accettata è salita al 22%, il doppio rispetto agli anni precedenti.

Percorsi paralleli per Ue e Nato

Le aspettative sull’adesione all’Ue seguono un andamento simile. Nel 2022 e 2023, il 73% degli ucraini era convinto che l’ingresso nell’Unione sarebbe avvenuto entro dieci anni. Tuttavia, nel 2024 questa percentuale è scesa al 61%, con un aumento al 15% di chi ritiene che l’Ucraina non entrerà mai a far parte del blocco comunitario.

Anche l’inizio dei colloqui formali per l’adesione all’Ue, avviati a giugno 2024, non sembra aver ridato slancio alle speranze. Un percorso ancora più complesso riguarda l’ingresso nella Nato. A ottobre, l’ex segretario generale Jens Stoltenberg ha ipotizzato la possibilità di accogliere l’Ucraina nell’Alleanza anche con territori occupati dalla Russia. Tuttavia, le resistenze interne all’Ue rappresentano un ostacolo significativo: il primo ministro slovacco Robert Fico ha ribadito il suo veto all’ingresso di Kiev nella Nato, pur sostenendo l’adesione all’Ue.

La caduta dell’approvazione per la leadership americana

La fiducia degli ucraini verso la leadership statunitense ha subito un drastico calo. Tra il 2014 e il 2021, l’approvazione oscillava tra il 20% e il 40%. Con l’inizio della guerra nel 2022 e l’aumento degli aiuti militari da parte degli Usa, il tasso di approvazione è balzato al 66%, uno dei livelli più alti al mondo in quel momento. Tuttavia, nel 2024, la polarizzazione politica negli Stati Uniti ha messo in discussione il sostegno a Kiev. Molti repubblicani si oppongono alla prosecuzione degli aiuti militari, e l’approvazione della leadership americana è scesa al 40%, tornando ai livelli pre-conflitto. Parallelamente, il 37% degli ucraini ora disapprova la leadership statunitense, segnalando la perdita del sostegno guadagnato durante le prime fasi della guerra.

La Germania vista più favorevolmente degli Stati Uniti

Un quadro diverso emerge per la Germania. Nonostante all’inizio della guerra le esitazioni di Berlino, legate alla dipendenza energetica dalla Russia, abbiano fatto salire la disapprovazione al 35%, il tasso di approvazione è rimasto stabile. Nel 2023, l’approvazione per la leadership tedesca si attestava al 53%, al pari degli Stati Uniti. Tuttavia, mentre nel 2024 il consenso per Washington è diminuito, la fiducia verso Berlino è rimasta stabile, segnando per la prima volta dall’inizio del conflitto un vantaggio della Germania sugli Usa.

Scetticismo e stanchezza per la guerra

Con il conflitto che entra nel suo terzo anno, cresce la stanchezza degli ucraini. Le speranze di una rapida adesione a Nato e Ue si affievoliscono, e anche la determinazione a combattere fino alla vittoria sembra diminuire. Le tensioni con gli alleati occidentali si intensificano, mentre il sostegno iniziale degli Stati Uniti appare ormai svanito. I prossimi mesi, con l’insediamento della nuova amministrazione americana, saranno decisivi per determinare il corso della guerra e il futuro dell’Ucraina nel suo percorso verso le alleanze occidentali.