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La ciclista Alice Toniolli ferita in gara, arriva la denuncia

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La querela è arrivata quasi allo scadere dei termini, pochi giorni prima di giovedì 14 novembre, a sei mesi di distanza da quel gravissimo infortunio che lascerà per sempre i segni nell’animo e nel corpo di una promessa del ciclismo femminile italiano. Il papà di Alice Toniolli, la ciclista trentina di Mezzocorona, schiantatasi sei mesi fa contro un muretto durante una gara ciclistica a Vittorio Veneto, s’è presentato alle forze dell’ordine con la denuncia sottoscritta non soltanto da lui, curatore speciale della figlia, ma dalla stessa atleta della Top Girls Fassa Bortolo, nel quale chiedono alla procura della Repubblica di procedere per il reato di lesioni colpose gravissime.

L’inchiesta va avanti

Era il passaggio fondamentale per dare linfa ad un’inchiesta che, senza la querela di parte, sarebbe naufragata in un’archiviazione.

La procura non avrebbe mai potuto procedere d’ufficio perché l’atleta trentina è una ciclista dilettante e quindi non si sarebbe potuta contestare l’aggravante del mancato rispetto delle normative in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro.

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Il grave incidente

Cosa che invece il pubblico ministero Michele Permunian, titolare del caso, avrebbe potuto fare per un’atleta professionista. L’infortunio di Toniolli suscitò molto scalpore il 14 agosto scorso quando la ciclista di 19 anni, in seguito ad una caduta, si schiantò contro un muretto durante la gara del 62° Circuito Rosa dell'Assunta a Vittorio Veneto. Non soltanto per la gravità dell’incidente ma anche per le serie conseguenze fisiche che ne conseguirono.

L’atleta della Top Girls Fassa Bortolo fu ricoverata in condizioni gravissime all’ospedale di Treviso e soltanto dopo alcuni giorni di ricovero nel reparto di rianimazione dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso fu dichiarata fuori pericolo e trasferita successivamente in una clinica trentina.

Un mese dopo altra tragedia

A poco più di un mese da quel grave infortunio, le cronache sportive internazionali diedero ampio spazio all’incidente di un’altra giovane ciclista svizzera Muriel Furrier, avvenuto il 26 settembre durante la gara su strada juniores dei Mondiali Uci 2024 di ciclismo su strada e paraciclismo in Svizzera. Furrier morì poche ore dopo il suo ricovero in ospedale a causa di un grave trauma cranico, risollevando così il tema della sicurezza nei circuiti ciclistici.

La segnalazione della polizia locale

Quello che ha fatto l’inchiesta della procura trevigiana che aveva accertato come, un giorno prima della gara, durante una ricognizione stradale con gli organizzatori, la polizia locale di Vittorio Veneto avesse segnalato la pericolosità di quel muretto contro il quale Toniolli, all’indomani, sbattè violentemente la testa durante la caduta.

Gli agenti, in particolare, avevano prescritto di coprire il muretto con apposite protezioni proprio per attutire eventuali impatti. Ma la prescrizione non sarebbe stata rispettata.

Per il momento, ci sono tre nomi iscritti nel registro degli indagati per il grave infortunio di Alice Toniolli. Nel mirino della procura ci sono finora i vertici dell’organizzazione della manifestazione sportiva e della direzione di gara.

Tre indagati

Si tratta di Giacomo Salvador, presidente dell’associazione Cicloturistica Vittorio Veneto, Giulio De Nardi e Daniele Borsoi, rispettivamente direttore e vice-direttore della corsa. Un atto dovuto quello della procura della Repubblica di Treviso, che, solo alla fine dell’indagine, tirerà le somme e deciderà se archiviare posizioni o procedere contro i tre o altri indagati. Più in specifico, ai tre indagati viene contestata la mancata messa in sicurezza del percorso.

L’organizzazione della gara avrebbe dovuto segnalare il pericolo rappresentato dalla spalletta del ponticello contro cui la ciclista s’è schiantata e dotarla di materiali di protezione per attutire eventuali colpi mentre la direzione di corsa avrebbe dovuto segnalare all’organizzazione l’assenza delle misure di sicurezza.