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Le altre bevande con la caffeina. Fanno bene oppure no?

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Mettete funghi nelle vostre tazzine. O cicoria, o agrifoglio, bacche, o insomma qualsiasi cosa purché non sia caffeina. Battute a parte, sebbene il caro, vecchio caffè accompagni ancora oggi le nostre giornate e venga versato nel mondo (secondo il Consorzio promozione caffè) in qualcosa come tre miliardi di tazzine ogni giorno - con l’Italia al settimo posto per consumo - le alternative alla tradizione stanno invadendo il mercato. Non esiste bar di livello o locale radical chic che non offra drink stravaganti che farebbero storcere il naso ai nonni «boomer» e però attraggono irresistibilmente i più giovani, alla ricerca di prodotti che siano anti stress, magari dimagranti, naturali e pure sostenibili.

Ma oltre ad avere tali presunti pregi, questi «non-caffè» (anche se molti contengono comunque caffeina in piccole quantità) sono davvero più salutari? Cambiare la strada vecchia con quella nuova lastricata di matcha, yerba mate, funghi chaga e altre enigmatiche miscele, è una buona idea? «Diciamo che è solo moda» afferma Riccardo Caccialanza, responsabile dell’Area nutrizione clinica dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano. «Riguardo al caffè, abbiamo molte evidenze scientifiche che ne dimostrano la capacità protettiva per la funzione epatica, di prevenzione su diabete e rischio cardiovascolare. Sulle altre bevande, i benefici sono sempre un po’ aneddotici: non ci sono studi solidi. Se piacciono, e si è curiosi di provarli, perché no. Ma non stiamo parlando della panacea di tutti i mali, della magica bevanda che fa dimagrire, elimina i problemi gastrici, dà una sferzata di energia per svegliarti al mattino e nello stesso tempo fa rilassare. Sono ammantati di troppe aspettative, che non potranno mai mantenere».

Tenendo sempre presente, comunque, che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità si possono assumere, senza alcun pericolo, fino a 400 milligrammi di caffeina al giorno, cioè l’equivalente di quattro o cinque tazzine: inoltre, è bene ricordare che alcune ricerche hanno messo in risalto l’ipotesi che la caffeina possa proteggere anche dall’insorgenza della malattia di Parkinson. Di certo, migliora il tono dell’umore, ma se nonostante tutto questo pensate che eliminarlo sia una buona idea, ecco le alternative più richieste e quelle emergenti.

Il fuoriclasse è il matcha, quella strana bevanda verde dal gusto terroso: nasce come tè, ma viene servito anche sotto forma di Matcha-caffè e Matcha-cappuccino. Super di moda, ha origini nipponiche e si ottiene dalla polvere delle foglie di Camellia Sinensis. Contiene comunque caffeina - anche se in misura minore rispetto al caffè - ma soprattutto è ricco di antiossidanti e aminoacido L-teanina, teoricamente capace di ridurre lo stress. E cosa faremmo, tutti noi, per diminuire la tensione quotidiana senza rinunciare alla caffeina? Di tutto, anche spendere 4,80 euro per un matcha-latte servito al banco. «I prodotti a base di tè verde, e quindi anche il matcha» continua Caccialanza «provengono tutti da sostanze ricche in polifenoli, e quindi l’effetto antiossidante è ben noto. Solo che per avere benefici sostanziali occorrerebbero concentrazioni molto alte. Bisognerebbe in pratica bere quattro o cinque litri di matcha al giorno: impossibile».

Per chi poi volesse osare un po’ di più, o vantarsi con gli amici di aver scoperto qualcosa di originale, ecco i caffè ai funghi: per prepararli non vengono utilizzati quelli commestibili, ma i cosiddetti «funghi adattogeni» che (a quanto pare) aiutano a contrastare lo stress e sono considerati «super-food». Ecco così il fungo chaga, il reishi, la criniera di leone o ancora il cordyceps (sì, se questo nome vi ricorda qualcosa, si tratta del «responsabile» della fine del mondo nella serie tv kolossal The Last of Us). Sono tutti miceti che contengono minerali come potassio e selenio, vitamine del gruppo B e poi sempre loro, gli anti ossidanti. Il Mushroom coffee, per esempio, si prepara mischiando i chicchi di caffè ai vari funghi chaga o cordyceps, e la bevanda ottenuta contiene metà caffeina rispetto alla tazzina tradizionale. Il sapore è meno acido e risulta quasi vellutato. Attenzione, però: i funghi, soprattutto il chaga (che ha l’inquietante aspetto di un ciuffetto di terra attaccato a un tronco) possono contenere alte quantità di ossalati, nuocciono quindi a chi soffre di calcoli renali. «In Italia sta prendendo abbastanza piede anche il Kombucha» precisa Ambra Federica Ciliberto, dietista di Inco (Istituto nazionale per la cura dell’obesità) presso l’IRccs Ospedale Galeazzi - Sant’Ambrogio di Milano. «È un tè fermentato, e come tale contiene probiotici benefici per l’intestino. Aiuta la digestione, ha proprietà antiossidanti ed è apprezzato come alternativa alle bibite gasate. È prodotto con foglie di tè fatte fermentare con una goccia di zucchero, poi totalmente degradato, tanto che è una bevanda che possono assumere anche i diabetici».

Inoltre, è naturalmente frizzante, senza anidride carbonica addizionata e non ha dolcificanti che possono alterare la composizione del microbiota: può essere consumato anche da chi non può bere caffeina per motivi di salute, perché magari soffre di gastrite o di insonnia resistente. Poi c’è anche il caffè alla cicoria, il cui sapore ricorda tantissimo quello della tradizione ma con un retrogusto piccante, di pepe, spezie e cannella: «È una bevanda ricca di fibre» continua Ciliberto «soprattutto di inulina, che aiuta a mantenere l’intestino in salute, facilitando la proliferazione di batteri benefici. È privo di glutine, quindi adatto ai celiaci che non amano il caffè, magari non possono prendere l’orzo e che al bar si vedono proporre sempre e solo il ginseng - che è però ultraprocessato».

Infine, sapevate che esiste anche il caffè al dattero? Ottenuto dalla tostatura dei noccioli, è una tipica e antica bevanda berbera priva di caffeina, che facilita la digestione e viene spesso aromatizzata con cannella o zenzero. Si narra di virtù benefiche sulla mente e sulla memoria ma è tutto, ovviamente, aneddotico. Nei bar italiani ancora non si trova, ma è reperibile in quasi tutti i supermercati che trattano prodotti biologici di qualità. E visto che si avvicina Natale ecco la regina degli antiossidanti, la bevanda che ne contiene in assoluto di più, ricavata dagli agrifogli sempreverdi che crescono in Sudamerica: parliamo della yerba mate, che dovrebbe (condizionale d’obbligo) rendere più attivi fisicamente, fornire energia mentale, far dimagrire, far scendere la glicemia e ridurre il colesterolo. Ma non ci assumiamo responsabilità: provare per credere.