Medvedev e un 2024 senza titoli. Ma il bilancio è davvero negativo?
Nessun primo posto. Non accadeva dal 2017. Daniil Medvedev a secco di titoli in questo 2024. L’ultimo alloro del russo risale agli Internazionali d’Italia 2023. Da lì in poi, il vuoto. Ma davvero c’è da essere critici?
Innanzitutto, il russo si trova ancora al numero 4 della classifica ATP e con grande probabilità chiuderà la stagione in questa posizione. Solo una finale alle ATP Finals da parte di Taylor Fritz, o il titolo sempre a Torino di Casper Ruud (se vincerà anche tutte le partite del girone), potrebbero scalzare il russo dalla sua poltrona di quarto tennista al mondo del 2024. Quindi, male che vada, Meddy potrà al massimo chiudere la stagione al quinto posto nel ranking.
Le uniche finali giocate dal russo quest’anno sono quelle dell’Australian Open a fine gennaio (sconfitto da Jannik Sinner in cinque set) e di Indian Wells a inizio marzo (sconfitto da Carlos Alcaraz in due set).
Se guardiamo le semifinali, la sola in cui il 28enne di Mosca era favorito è quella di Dubai, nella quale è uscito sconfitto in due parziali contro Ugo Humbert. Quel torneo però, è giusto ricordarlo, è stato quello del rientro di Medvedev che, dalla finale a Melbourne disputata il 27 gennaio, è stato fuori dalle competizioni per quasi un mese a causa di un infortunio. Gli altri penultimi atti finiti male per il russo nel 2024 sono quelli di Miami (sconfitto in due set da Sinner), Wimbledon (sconfitto in quattro set da Alcaraz) e Pechino (sconfitto in due set da Alcaraz). Match in cui sicuramente non era lui il favorito.
E se prendiamo in esame i quarti di finale? Di mezzo c’è quasi sempre il numero 1 al mondo. Tolto il ritiro per un altro infortunio a Madrid, contro Jiri Lehecka, Medvedev è inciampato altre due volte ai quarti: contro Sinner allo US Open (in quattro set) e sempre contro l’azzurro a Shanghai (in due frazioni).
Tornando ancora più indietro nei tabelloni a cui il russo ha preso parte quest’anno, sono quattro i suoi insuccessi agli ottavi nei tornei ATP. L’unico che fa storcere il naso è forse quello di Halle, nel quale è stato superato da Zhizhen Zhang ma solo al tie-break del terzo. Gli altri riguardano i 1000 di Montecarlo e Roma e il Roland Garros. Le sconfitte qui sono arrivate rispettivamente contro Karen Khachanov (in due set), Tommy Paul (in due parziali) e Alex de Minaur (in quattro frazioni). Avversari, questi ultimi, sì più indietro in classifica rispetto a Daniil, ma in ogni caso tennisti di prima fascia. Alla fine di questo 2024, Karen è numero 19, Tommy 12 e Alex 9. Peraltro, questi ultimi eventi citati si giocano su terra battuta, la superficie in assoluto meno congeniale per Medvedev.
Infine, probabilmente le sue più brutte sconfitte del 2024: a Montreal (in tre set) contro Alejandro Davidovich Fokina, a Cincinnati (in due parziali) contro Jiri Lehecka – queste due a inizio agosto, dopo il cambio di superficie da terra rossa delle Olimpiadi al cemento americano, che però non aveva coinvolto né lo spagnolo né il ceco – e a Parigi Bercy (al tie-break del terzo) contro Alexei Popyrin.
Ed eccoci a Torino con le Nitto ATP Finals. La brutta e frustrata prestazione opposto a Taylor Fritz, la convincente vittoria contro Alex de Minaur e la resa inevitabile contro il beniamino di casa: sempre lui, Jannik Sinner.
A eccezione di qualche fisiologico (e comunque piuttosto raro) calo di rendimento (vedi il cemento americano pre-US Open o questi ultimi due tornei della stagione), il 2024 di Medvedev non è quindi per nulla tragico come può far sembrare la sua casella rimasta sullo 0 per quanto riguarda i titoli. Quest’anno il russo ha collezionato 44 vittorie a livello ATP, 6 contro top 10 e altre 4 contro tennisti dall’undicesima alla ventesima posizione.
Tutte le sue sconfitte contro top 10, e questo è da sottolineare, sono travestite da tali, perché in realtà sono esclusivamente contro top 5 e sono 9 complessive: 5 contro Sinner, 3 contro Alcaraz e 1 contro Fritz. Quelle contro tennisti dall’undicesima alla ventesima posizione, poi, sono 6 ulteriori. Di queste fanno parte quelle già citate di Dubai, Montecarlo, Roma e Roland Garros e le 2 alla Laver Cup contro Ben Shelton e Frances Tiafoe.
Questi sono i dati del 2024 di Daniil Medvedev. Può quindi sembrare che la sua stagione sia stata insoddisfacente perché vuota di titoli, come non accadeva da quel 2017 nel quale era un ragazzo 21enne che giocava le Next Gen Atp Finals a Milano. Ma non è così.
Come si è visto, in ben 8 occasioni il russo è stato fermato dai due inarrestabili giovani Sinner e Alcaraz. In seguito, sono arrivate altre sconfitte o a causa di un infortunio, o perché appena ritornato alle competizioni dopo un infortunio, oppure perché si giocava sulla superficie a lui meno congeniale: la terra rossa. E tutti questi insuccessi sono giunti contro tennisti estremamente validi, seppur sotto di lui in classifica.
Accennati sopra, se vogliamo, gli unici suoi due periodi ‘no’: sul cemento americano pre-US Open e in questo finale di stagione dove, bene o male, sono tutti a corto di energie (“Chi dice di essere fresco, mente – cit. Alcaraz). E, ricordiamolo, si parla sempre di tornei programmati ininterrottamente da gennaio a novembre compresi.
“Se consideriamo i miei obiettivi, di questa stagione sono contento 0 su 10. Voglio essere numero 1, ma quest’anno non ho fatto abbastanza per diventarlo. Ma sono comunque il numero 4 del mondo. Direi quindi intorno al 6 e mezzo. Devo lavorare per fare molto meglio, ma mi porto dietro tanti bei ricordi. Non vedo l’ora che arrivi il prossimo anno. A proposito dei titoli, non sono preoccupato. Ogni torneo è difficile da vincere e quest’anno ho praticamente solo giocato gli Slam, i 1000 e tre 500” – le parole di Medvedev in conferenza stampa dopo l’ultima sconfitta contro Sinner a Torino. Un 2024 da 6 e mezzo: sufficienza piena. Secondo noi, invece, il russo merita anche qualcosina in più. Ad Maiora, Daniil.