Tagli, Giordani contro il governo: «Servizi ridotti o tasse più altre»
«Le scelte del governo Meloni stanno mettendo a serio repentaglio la tenuta dei conti pubblici e tutto in discussione, dai servizi essenziali, al benessere della comunità, fino alle politiche attive in settori strategici per la popolazione e per i nostri quartieri».
L’attacco di Sergio Giordani è duro. Il sindaco di Padova è alla resa dei conti. Ma in fase di approvazione del bilancio previsionale per il prossimo anno, sui libri contabili di Palazzo Moroni, quei conti non tornano.
Ci sono infatti oltre 14 milioni di euro in meno dovuti ai tagli del governo, a cui ne vanno aggiunti altri 4,5 di incrementi contrattuali, che ricadranno sempre sui Comuni per scelta di Roma. In sostanza, nelle casse del municipio ci saranno quasi 20 milioni di euro in meno da spendere per i padovani, i pasti agli anziani, i servizi ai non autosufficienti e per gli asili nido nei prossimi 4 anni. L’attacco è diretto alla premier Giorgia Meloni: «Toccano paradossalmente i conti dei Comuni con politiche di bilancio più virtuose – prosegue infuriato il sindaco –. La somma dello stillicidio di tagli ai trasferimenti porta a una proiezione di minori entrate drammatica».
La tassa di governo
La manovra del governo Meloni, che porta la firma del ministro leghista all’Economia Giancarlo Giorgetti, sembra non fare prigionieri: «Questa situazione di tagli violenti sta mettendo in difficoltà tutti i sindaci – evidenzia Giordani –. Sinistra, destra o centro, tutti siamo costretti a scelte dolorose e a non dormire la notte per far quadrare i conti o provare a farli quadrare. Va ricordato che, giustamente, i Comuni non possono neanche fare debito per le spese correnti. Tutto questo è inaccettabile. Governo e Parlamento devono rispettare i Comuni e operare da subito scelte diverse, ma a partire da questa manovra di bilancio. Si tratta di una vera e propria tassa governativa su tutti i cittadini. Non esistendo, infatti, la possibilità di stampare moneta, i sindaci non hanno scelta: o tagliano i servizi, anche quelli più delicati, oppure operano aumenti nell’imposizione fiscale».
I servizi a rischio
Se non dovesse cambiare nulla, come pare, l’amministrazione sarà costretta a partire con altrettanti tagli e ad aumentare tasse e costi. Almeno questo prevede il sindaco Giordani, da sempre titolare della delega al bilancio: «Parliamo di servizi essenziali, ma non di cose generiche – insiste, prima di portare esempi concreti –. Si tratta dei pasti che arrivano agli anziani in difficoltà, dell’assistenza alle persone non autosufficienti, degli asilo nido e delle scuole, della qualità di autobus e tram, della cura del verde e dei nostri parchi, della sicurezza, della cura del disagio giovanile, le attività per adolescenti e ragazzi, il sostegno alle piccole società sportive e culturali, del diritto alla casa per chi ha meno. Servizi necessari che ci riguardano tutti, ma il cui taglio colpirebbe soprattutto le persone più in difficoltà».
Il bilancio previsionale
Giordani parla di oltre 14 milioni di euro. Questa cifra viene fuori dalla somma dei tagli alla spesa corrente, che da qui al 2028 porterà ad una spending review di oltre 7 milioni di euro (in media 1, 3 milioni all’anno) a cui va aggiunto l’accantonamento obbligatorio di 7, 3 milioni di euro previsto dalla legge di bilancio, che riduce quindi la spesa corrente del Comune. Così ai arriva a quasi 14,7 milioni di euro: «A questo si aggiunge il costo per gli incrementi contrattuali per i dipendenti previsti dai nuovi contratti collettivi nazionali, firmati a Roma dal governo, ma interamente a carico di ogni Comune» rivela il sindaco.
Parliamo di altri potenziali 8,5 milioni di euro con il contratto collettivo dal 2022 al 2027. I tagli saranno quindi spalmati in 4 anni, ma l’amministrazione sarà chiamata a prendere decisioni già il prossimo anno, per pareggiare le perdite entro il 2028.
In qualche modo però Giordani dovrà far quadrare i conti: «Ci sto provando da ormai più di due mesi con la giunta, i tecnici e i consiglieri comunali – spiega –. Stiamo lavorando ad una certosina opera di revisione e ai correttivi per recuperare ogni euro possibile davanti a questa pesantissima decurtazione. Anche in questo snodo così difficile, la mia e la nostra prospettiva, sarà quella di operare scelte che tutelino tutta la comunità e in particolare chi ha più bisogno: anziani, giovani coppie, ragazzi e bambini, persone con disabilità».
Perdita dell’eccellenza
«Padova è una città abituata a servizi di eccellenza e a una cura della persona importante – continua il sindaco Giordani, preannunciando un periodo di aumenti –. Quindi farò di tutto perché continui a essere così, pur in un quadro proibitivo dettato dai tagli di Roma, anche chiedendo alcuni sacrifici, sempre nell’ottica di garantire la coesione e la sicurezza della nostra comunità padovana».
Non perde però le speranze che la sua voce si unisca alle altre, esercitando pressione al governo Meloni affinché riveda la manovra: «È necessario che i primi cittadini si facciano sentire e chiedano ascolto e rispetto – chiude –. Ho sempre creduto nella leale collaborazione con lo Stato, di qualsiasi colore sia il governo, ma non si può davvero immaginare di chiedere i soldi ai Comuni. Significa colpire il primo e più vicino presidio di tutela delle persone. E, soprattutto, inevitabilmente, vuol dire mettere le mani in tasca ai cittadini per conto terzi. Confido, come ogni sindaco, in un serrato confronto e in concreti ripensamenti».
Per adesso l’unica strada percorribile sembra quella di chiudere i rubinetti, stringere la cinghia e rompere il salvadanaio.