Insulti razzisti rivolti all’avversario, giovane calciatore fermato per 13 turni
AVIANO. Dopo la reprimenda dello Spilimbergo, che attraverso le parole del presidente Glauco Guerra aveva definito ingiustificabile il comportamento dei propri tesserati, nonché auspicato che anche da parte dei genitori simili episodi non vengano fomentati, è arrivata la presa di posizione dell’Aviano, l’altra società coinvolta nel caso di queste ore, ovvero la squalifica di 4 giocatori under 19.
Uno dei quali proprio dell’Aviano per ben 13 giornate, in quanto reo di un insulto a sfondo razziale nei confronti di un calciatore avversario. Tre turni agli altri tre protagonisti della vicenda, ovvero un altro giocatore avianese e due dello Spilimbergo. «L’Asd calcio Aviano – si legge nel comunicato pubblicato dal sodalizio gialloblù, sanzionato anche con 100 euro di ammenda per il comportamento dei propri tifosi – alla luce dei provvedimenti presi dal giudice sportivo in relazione ai fatti accaduti durante la partita dello scorso 2 novembre con lo Spilimbergo (campionato under 19 provinciale, ndr), dopo una attenta analisi interna ed una doverosa assunzione di dettagliate informazioni, non intende presentare ricorso contro i provvedimenti adottati dall’organo competente e informa di essersi attivata per porgere le doverose scuse al diretto interessato in privato» .
Si accetta dunque il verdetto del giudice, mettendo al contempo in atto un comportamento riparatorio. Ma non solo: «L’Asd Calcio Aviano – fa sapere ancora il club del presidente Elio Merlo – conscia del grave problema rappresentato dai fenomeni di razzismo nello sport, si impegna ancor più di prima a combattere la discriminazione razziale e a perseguire un corretto insegnamento della disciplina sportiva nel totale rispetto delle diversità, al fine di evitare che episodi simili possano ripetersi».
Il tutto con la consapevolezza che nel caso specifico c’è un giovane che ha compiuto un gesto grave, che ha subìto una sanzione pesante, a norma di regolamento adeguata al fatto commesso. Ma che ora non va isolato: «Ci si assume il dovere morale e sociale – precisa infatti a conclusione della propria nota l’Aviano – di non abbandonare il nostro giovane tesserato e la sua famiglia di fronte al clamore mediatico che l’episodio ha generato, nella piena consapevolezza che i giovani possono sbagliare e che devono giustamente pagare per gli errori commessi, ma anche nella convinzione che, a fronte del giusto pentimento, i giovani che hanno sbagliato e si sono pentiti devono doverosamente essere perdonati».