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Ноябрь
2024

Sit-in contro i passaggi a livello, in via Buttrio la protesta di cittadini e associazioni: «L’accordo sul Nodo è una presa in giro»

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Sit-in di protesta, nella mattinata di sabato 9 novembre, all’incrocio tra via Buttrio e via Valeggio, nei pressi del passaggio a livello. La manifestazione, che ha l’obiettivo di «chiedere la modifica del protocollo d’intesa firmato a settembre tra il Comune di Udine, la Regione e Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) sul Nodo di Udine», è stata organizzata dagli stessi promotori della raccolta di firme già avviata da tempo nella zona Est della città. Erano presenti i rappresentanti del Comitato Mansi, di Europa verde, del Movimento 5 stelle, di Open Fvg e di Sinistra Italiana.

«Ci siamo ritrovati nei pressi del primo passaggio a livello che taglia in due la nostra città – hanno chiarito gli organizzatori –, qui ci si può rendere conto dei disagi che vivono i cittadini di questi quartieri, a cui da decenni la politica ha promesso di dismettere questa linea ferroviaria, e di conseguenza i suoi passaggi a livello, ma che due mesi fa hanno visto firmare un documento in cui Rfi si impegna a mantenere attivi questi binari e questi passaggi, ritenendoli utili in caso di emergenza anche dopo aver speso 340 milioni di euro per sistemare il Nodo di Udine».

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Secondo chi protesta contro l’accordo sul Nodo di Udine, si tratta di «una vera e propria presa in giro per questi cittadini, di cui ci si ricorda solo in campagna elettorale». «Noi che seguiamo questa vicenda da decine di anni ormai – hanno aggiunto – chiediamo il rispetto delle promesse fatte e che venga messo nero su bianco quando verranno dismessi questi binari, restituendo ai quartieri aree da poter utilizzare in modo molto più sostenibile».

«Qui ci sono tanti cittadini – spiega il consigliere comunale Matteo Mansi - per rimarcare che, ancora una volta, si continuano a dire bugie sui passaggi a livello, che restano lì, condizionando la vita di 40 mila cittadini che vivono a ridosso degli stessi. Ma soprattutto, la mancata dismissione significa la negazione della più grande meraviglia possibile, ossia un parco urbano lungo cinque chilometri che connetterebbe la zona a Sud della città con quella a Nord. Quando si parla di creare un ambiente rigenerato, non si può fare a meno di pensare a questo parco al posto dei binari, in una situazione come questa in cui ci sono forti cambiamenti climatici. Non dismettere, dunque, vuol dire negare il sogno. Per quanto riguarda il protocollo, noi lo riteniamo una colossale bugia: non dice quando arriveranno i soldi e non dice quando ci sarà la dismissione. Solo parole vuote e promesse, come è stato sempre fatto. Si dice sempre “faremo”, “diremo”, ma in realtà non si sa quando ci sarà dismissione. La politica è incapace di risolvere le questioni del territorio. La Regione discuterà un bilancio di 6-7 miliardi e, quindi, è mai possibile che non si possano trovare 100 milioni per la dismissione dei passaggi a livello a Udine. Quindi vuol dire che anche la Regione non ha consapevolezza di come si vive a Udine e di come i cittadini siano “prigionieri”».

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«Negli ultimi anni – sottolinea poi Enrico Bovino, portavoce di un gruppo spontaneo di cittadini che risiedono nella zona di Udine Sud, tra via Marsala, via Lupieri e altre strade che arrivano fino a Cussignacco – abbiamo assistito alla cementificazione della zona, con tanti centri commerciali, la sede del trasporto pubblico locale, l’ultimo enorme capannone nell’area del Partidor. Tra cemento, asfalto, caldo e inquinamento questa nostra zona non la riconosciamo più. Qui si combatte contro i passaggi a livello, mentre noi combattiamo contro il cemento e per le aree verdi che possono essere fatte. E chiediamo che le aree verdi incolte di Udine Sud – e ce ne sono diverse ancora – vengano acquisite dal Comune e vengano lasciate verdi o magari valorizzate con nuove piantumazioni».

«Oggi ho preso la parola durante questa manifestazione – ha dichiarato il dottor Mario Canciani – come presidente regionale dei Medici per l’ambiente. Il Comitato per la dismissione dei passaggi a livello mi aveva chiesto di esaminare il progetto del parco urbano. E io ho calcolato i benefici sanitari che questo parco potrebbe avere. Grazie agli alberi che potrebbero essere messi a dimora, potremmo avere a disposizione centinaia di tonnellate di ossigeno al giorno e, di conseguenza, verrebbe meno una pari quantità di anidride carbonica. Calerebbero dunque l’inquinamento atmosferico e le pericolose polveri sottili, così come il biossido di azoto. Infine, ci sarebbero benefici psicologici per la gente».