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Ноябрь
2024

Premio Totila d'Oro, onorificenza a Casaro e Pittis: ecco tutti i trevigiani premiati

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C'è il grande basket e c'è chi ha fatto grande Treviso nel mondo con i suoi manifesti meraviglia nel cinema. C'è l'imprenditoria linfa di questa terra e c'è un autentico simbolo della generosità e dell'aiuto agli altri. E c'è pure l'annuncio: Renato Casaro, il maestro delle locadine, potrà contare su una sala permanente a San Gaetano, nell'ambito del museo Salce, sul solco della mostra proposta due anni fa.

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Il premio Totila d'oro, a Santa Caterina, è un racconto del capoluogo della Marca a cinque volti, l'immagine di una città con le sue vocazioni principali: sportiva e artistica, volontariato e self-made man, talento e cultura. Condottieri di creatività e passione come Casaro, Riccardo Pittis, Renzo Secco, Pietro Donadi, l'Avis comunale. «Una benemerenza riconoscimento dei valori che rappresentate. Avete la responsabilità, con questo premio ancor di più, di rappresentare punti di riferimento per la comunità e le nuove generazioni», commenta il sindaco Mario Conte. Casaro, 89 anni splendidamente portati, numero uno fra gli illustratori di locandine cinematografiche, ha lavorato con i grandissimi: da Sergio Leone a Bernardo Bertolucci.

Le premiazioni

Un nome che collega Hollywood a Treviso. «L'anima trevigiana mi ha accompagnato sempre, da qui sono partito negli Anni Cinquanta, inseguendo il sogno di Cinecittà. Sono diventato amico di Sergio Leone e Dino De Laurentiis, che voleva portarmi a Los Angeles ma rifiutai perché mi sentivo italiano», si presenta Casaro.

Pittis, fortissimo cestista, dall'Olimpia ad anima della Benetton Treviso (11 stagioni da capitano pigliatutto), icona della pallacanestro tricolore, milanese che ha scelto di vivere a Treviso, è un biglietto da visita della Treviso capitale dello sport: «Il bello è che io a Treviso non ci volevo nemmeno venire, mi sentivo milanese fino all'ossobuco. A Milano non ti salutava il vicino di casa, qui ti salutano tutti.

A Milano per la fretta non ci ferma a bere il caffè, qui ti chiedono se è meglio un'ombra di bianco o rosso. In origine non capivo, poi vi ho apprezzati, ho imparato a godermi le vostre meraviglie. E ora posso dire di essere ufficialmente trevigiano. Se oggi vado a Milano, mi perdo senza navigatore».

E poi a Conte: «Sono qui a disposizione della città per dare quello che non ho ancora dato». Per lui le congratulazioni in video di Dan Peterson e Marcelo Nicola.

Secco, leader mondiale nei serramenti, già politico e assessore comunale a Treviso, l'impegno nel Fai e firma di pregevoli restauri, è un viaggio all'indietro nella storia della città e non solo. «Accolgo con il "noi" questo premio, perché il merito di tutto va condiviso con mia moglie Adelina, sposata nel 1959», la storia d'amore riassunta da Secco. Il Totila d'oro è anche di Donadi, fondatore e tuttora presidente del gloriosa Albatros, 52 anni al timone: una vita per lo sport, migliaia di ragazzine a calcare le sue palestre.

Una storia di famiglia: Angelo Donadi, papà di Piero, fece rinascere le associazioni sportive (a partire dalla federazione cronometristi) sotto la Torre Civica nel Dopoguerra. «Quando ricevi qualcosa, è fondamentale guardarsi indietro», commenta Donadi, «ho fatto 52 anni da presidente dell'Albatros e mezzo secolo da cronometrista, ma soprattutto ho fatto giocare tantissime ragazzine, solo oggi più di 200». La passerella accende i riflettori anche sull'Avis, «un Totila di speranza» come lo descrive il sindaco.

Un riconoscimento figlio di una scelta quasi centenaria: nel 1926 nacque il Gruppo donatori sangue Treviso, il primo seme di una storia luminosa, il primo esempio in Italia di un'associazione di donatori del sangue. Antonella Torresan, presidente pro tempore Avis comunale: «Una giornata unica per i nostri 1.800 soci».