Altro che censura di destra su Raimo: la Azzolina licenziò un prof che l’aveva insultata (poi morto)
Prima del caso di Christian Raimo – sospeso per tre mesi dall’Ufficio scolastico regionane per le offese rivolte al ministro Valditara – ci fu un episodio analogo ma il prof che offese la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina fu licenziato. A ricordarlo è il quotidiano ‘Il Tempo‘, che fa giustizia dei veleni piovuti dall’opposizione sul ministro Valditara e sull’Ufficio scolastico regionale. Al centro della vicenda l’ex vicepreside dell’Istituto Ovada, in provincia di Alessandria, il professor Vittorio De Prà, che in piena pandemia, si era dilettato sui social con uno sproloquio sessista nei confronti dell’allora titolare del dicastero di viale Trastevere. ”Una grillina! Ed è un insulto peggiore che essere definita putt…”, aveva scritto l’insegnante di matematica. Si era poi scusato, ma non c’era stato nulla da fare: licenziato. Era poi morto nel luglio del 2023, per malattia. “Non si era mai ripreso da quella storia”, avevano commentato i suoi studenti.
Il caso Raimo e quello De Prà: la Azzolina non fece sconti…
I fatti risalgono al governo Conte II quando il professor De Prà era finito nella bufera politica per alcune frasi. “Nessuno si era sognato di alzare le barricate in sua difesa, come oggi accade per Raimo – si legge sul quotidiano – e a nulla erano valse le scuse del prof, gravato dalle restrizioni Covid e da problemi di salute”. A nulla valsero le giustificazioni del prof: ”È stato un momento di esasperazione dovuto al lockdown. Mi scuso, non dovevo farlo. Chiuso in casa da tempo, esasperato da questa situazione mi sono lasciato andare e ho scritto quello che tutti hanno letto e giustamente condannato… Cosi ho fatto una stupidaggine”. Niente da fare, licenziato in tronco.
Raimo, durante un evento di Avs, aveva incitato la coalizione a fare una manifestazione “non contro la scuola ma contro Valditara”, aggiungendo che ” dentro la sua ideologia c’è tutto il peggio: la cialtronaggine, l’incapacità di avere una bibliografia internazionale, la recrudescenza dell’umiliazione, un abilismo, il classismo e il sessismo”, insomma un po’ di tutto. “Quindi io penso se è vero che non è lui l’avversario, è vero che è lui il fronte del palco di quel mondo che c’è avverso e che quindi vado colpito lì come si colpisce la morte nera in Star Wars”. Lo scrittore aveva poi proseguito il discorso, spiegando che “chiaramente c’è un impero però c’è la Morte Nera e siccome lui si pone come la Morte Nera io penso che non è difficile colpirlo”.
Tre mesi di sospensione, con la decurtazione del 50 per cento dello stipendio, invece, per l’insegnante Raimo.
Le vere motivazioni della sospensione di Raimo
Inutile ricordare come il provvedimento contro Raimo sia finito nel mirino della sinistra e anche dei grillini, gli stessi che quando erano al governo licenziavano i prof che insultavano i ministri, dimostrando oggi anche una scarsa conoscenza della Costituzione italiana, delle leggi dello Stato e delle procedure della Pubblica Amministrazione. Come da indicazioni del ministero della Pubblica Istruzione, la decisione, infatti, è stata presa in conformità con l’art. 54 della Costituzione Italiana, che sottolinea l’obbligo per i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche di adempierle con disciplina ed onore. Inoltre, il comportamento del docente ha violato l’art. 11 bis e ter del DPR 62/2013, che stabilisce che per l’uso dei social media deve applicarsi il criterio di continenza e soprattutto sottolinea che il dipendente è tenuto ad astenersi da qualsiasi commento o intervento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della Pubblica Amministrazione in generale; prescrizioni che, ovviamente, valgono per tutti.
In tal senso – secondo il dicastero di Valditara – è opportuno ricordare che sanzioni, con l’assunzione di decisioni anche più gravi, sono state già prese in passato. Ed ecco il richiamo alla vicenda della Azzolina quando un docente fu licenziato per gli insulti sui social indirizzati al ministrio, come pure venne licenziata un’insegnante che aveva espresso commenti fortemente negativi nei confronti della Polizia di Stato. Provvedimenti confermati anche dagli organi di giustizia superiori.
“In questo solco per l’adozione del provvedimento è stata acquisita e consultata la cospicua giurisprudenza in materia e il provvedimento è stato adottato non da un singolo bensì da un collegio che non ha alcuna dipendenza funzionale con l’organo politico e proprio la sua collegialità ne fa un organo del tutto autonomo e indipendente. In conclusione, qualsiasi altra affermazione attiene alla strumentalizzazione politica ed è del tutto estranea alle dinamiche della Pubblica Amministrazione”, fa sapere il ministero.
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