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Ноябрь
2024

Ivrea, cinque alloggi per l’emergenza abitativa

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IVREA

Il Comune di Ivrea è in procinto di riprendersi cinque alloggi da Atc, che si trovano tra via Palma e via Marsala. L’obiettivo è destinarli ad associazioni che si occupano di emergenza abitativa e progetti sulla violenza di genere. L’ente che gestisce l’edilizia residenziale pubblica in Regione, infatti, si trova in grande difficoltà economica e spesso non riesce a bandire neanche le gare per eseguire manutenzioni per cui l’amministrazione ha già stanziato le somme necessarie. Da via Buozzi al Saudino, passando per via Papa Giovanni XIII e corso Nigra, lo stato delle manutenzioni delle case gestite da Atc è sotto gli occhi di tutti.

Da qui l’idea di cui si sta occupando la vice sindaca Patrizia Dal Santo, sulla scorta dell’esperienza acquisita dalla cooperativa La Tenda, che ad Albiano e a Ivrea gestisce già due alloggi concessi alle persone in crisi abitativa, per un tempo determinato sufficiente a permettere di superare le difficoltà.

Abitazioni ponte che hanno avuto bisogno di manutenzioni e per cui sono state organizzate anche delle raccolte fondi.

«Abbiamo già dei progetti in essere con la cooperativa La Tenda – ha spiegato Dal Santo – e abbiamo visto che funziona, permette di rispondere all’emergenza immediata e dà tempo a una persona di rimettere insieme la propria vita, prima di proseguire e trovare delle soluzioni definitive. Può servire per accogliere gli sfrattati, i migranti che escono dal sistema di accoglienza, chiunque abbia bisogno di essere accompagnato e di iniziare una nuova vita. Poi, appunto, avremo i progetti per le donne vittime di violenza con le associazioni che se ne occupano, ma anche per i detenuti che hanno scontato la loro pena e cercano un primo appoggio fuori dal mondo del carcere».

Di questi si sta occupando l’assessora al Sociale Gabriella Colosso, che ha già compiuto alcuni sopralluoghi insieme a Dal Santo.

«So benissimo quanto sia importante per le donne abusate che denunciano la violenza, ma anche per le forze dell’ordine che intervengono - spiega Colosso -, avere la certezza di potere contare subito su un alloggio disponibile, un luogo sicuro, quando, per la loro tutela, sono costrette, da sole o assieme ai figli, ad allontanarsi dalla loro casa. Ma non solo, anche dopo aver passato “l’emergenza”, diventa importante, per tante, essere accompagnate nel favorire la loro autonomia attraverso un ventaglio di misure, fra cui anche la ricerca di una abitazione. Fra queste una mia idea, desiderio, trovare/pensare delle soluzioni abitative pubbliche, a canone concordato e a libero mercato. Oggi siamo alla ricognizione e inventario degli immobili fruibili, se poi questa strada sarà fattibile si dovrà pensare alla loro gestione che, ad esempio, potrà essere regolata da convenzioni o accordi specifici tra Enti pubblici, privati e del terzo settore».