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Ноябрь
2024

Costretta a vivere in auto, gara di solidarietà per ospitare Michela e la figlia

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Un vero e proprio vortice di solidarietà. In molti si sono offerti in queste ore di aiutare Michela Bixi, la 44enne costretta a vivere in auto, nonostante abbia acquistato una nuova abitazione, versando ben 174 mila euro. Somma, questa, pagata per l’acquisto dell’immobile in via Randaccio, ad Abano.

Peccato che la donna, con la figlia, non possa insediarsi dentro la propria casa, dato che i vecchi proprietari non sono intenzionati ad abbandonare l’edificio.

E allora la Bixi, che ha anche una bimba di 11, si trova senza dimora, dato che aveva già ceduto la sua casa di Bovolenta. Nel frattempo molte sono le proposte di aiuto arrivate al nostro giornale, che ha denunciato la situazione. «Io ho una stanza libera, a casa mia, a Lozzo Atestino», propone un nostro lettore, Marco Russo.

«Sono pronto a metterla a disposizione di questa coppia, in modo tale che stia al caldo e che abbia tutto a disposizione.La signora deve sapere che per qualsiasi cosa, anche semplicemente farsi una doccia, io sono qui pronto ad accoglierla. E per l’ospitalità non chiederò assolutamente nulla».

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Sulla stessa lunghezza d’onda anche Lucia Parisotto di Roncaglia di Ponte San Nicolò. «Sono pronta a dare un aiuto concreto a questa mamma e alla sua bambina», dice. «Purtroppo io in casa non ho spazio, ma sono pronta anche a rinunciare alla spesa per il cambio degli pneumatici pur di dare una mano, magari pagando di tasca mia un alloggio in un hotel. Avrei già sentito gli amici dell’Hotel Bologna di Abano». Persino dalla lontana Puglia arrivano messaggi di vicinanza a Michela e alla sua bimba. «Io vivo in Puglia e abito da sola», dice Isabella Elischeba da Andria. «Le ospito io a casa mia».

E i messaggi di questo tipo non si contano nel web, in commento al nostro articolo-denuncia.

Insomma tanta solidarietà per andare incontro a Michela e sua figlia. La 44enne ieri pomeriggio è stata convocata dai Servizi sociali del Comune di Abano per un colloquio. «Mi hanno detto che non possono fare nulla», allarga le braccia.

«Devo per forza attendere che arrivi l’ufficiale giudiziario per sgomberare la mia casa. E in più hanno anche affermato che non possono darmi una dimora destinata alle emergenze abitative perché non sono ancora residente ad Abano. La mia residenza ovviamente è ancora nell’abitazione che ho lasciato a Bovolenta e per ottenerla ad Abano devo poterci entrare e dimostrare ai vigili che ci vivo».

Una beffa infinita per la 44enne che nella vita fa la cameriera in un hotel di Abano.

«L’avvocato Claudio Calvello mi ha comunicato che è riuscito ad ottenere l’uscita dell’ufficiale giudiziario per lo sgombero entro la fine dell’anno, quindi in largo anticipo rispetto ai tempi standard. Dopo il 16 novembre sapremo la data esatta. Almeno adesso ho dei tempi e quindi inizierò a muovermi per trovarmi una sistemazione temporanea, un affitto breve. Ringrazio di cuore tutte le persone che si sono offerte di darmi una mano, ma non voglio dipendere da nessuno e non vado a vivere a casa di altri. In attesa della sistemazione temporanea in un mini appartamento continuerò a vivere in auto in un parcheggio di Montegrotto».