Non solo chatbot: OpenAI vuole portare l’AI nel “mondo fisico”
Paradossalmente, l’ecosistema dei chatbot basati sull’intelligenza artificiale sembra essere già saturo. Dunque, molte delle aziende che sono nate seguendo proprio i princìpi alla base di questo mondo, stanno cercando di entrare in altri mercati (sempre basati sull’AI) e contemplando altri modelli di business. Come nel caso di OpenAI che, dopo l’enorme successo di ChatGPT (che ha spinto la concorrenza a una rincorsa affannosa per piazzare nuovi prodotti alternativi), sta provando a testare le proprie capacità anche nel campo della robotica. O, per meglio dire, dell’intelligenza artificiale applicata al mondo fisico. La testimonianza di ciò è rappresentata da uno dei nuovi “acquisti”: da qualche giorno è entrata a far parte del team dell’azienda di San Francisco Caitlin Kalinowski, ingegnere che ha curato lo sviluppo di Oculus VR in Meta.
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L’annuncio è arrivato dalla pagina LinkedIn della stessa Kalinowski che ha sottolineato come il suo nuovo ruolo nell’azienda di Sam Altman sarà proprio quello di curare lo sviluppo di hardware per dare vita a una robotica “made in OpenAI”.
«OpenAI e ChatGPT hanno già cambiato il mondo, migliorando il modo in cui le persone ottengono e interagiscono con le informazioni e offrendo vantaggi significativi in tutto il mondo. L’intelligenza artificiale è la frontiera ingegneristica più entusiasmante della tecnologia in questo momento e non potrei essere più entusiasta di far parte di questo team. Nel mio nuovo ruolo, mi concentrerò inizialmente sul lavoro di robotica e sulle partnership di OpenAI per aiutare a portare l’IA nel mondo fisico e sbloccarne i benefici per l’umanità».
Caitlin Kalinowski a OpenAI per la robotica?
La missione, dunque, è dichiarata e ufficiale. Dallo sviluppo dell’hardware alla base del visore Oculus VR di Meta, alle nuove sfide in OpenAI, alla ricerca di soluzioni “robotiche” per portare l’AI all’interno di strumenti utilizzabili nel mondo fisico. Dunque, non solo software. Se ChatGPT rimarrà il prodotto di punta – e anche quello che ha fatto conoscere il nome dell’azienda al mondo -, il futuro è fatto di oggetti fisici a portata di mano. Sempre concepiti con l’idea di fondo che tutto sarà mosso dall’intelligenza artificiale. E, non a caso, da qualche mese è iniziata la collaborazione tra OpenAI e Jony Ive, il designer che ha fatto la storia di Apple. Si parla sempre più insistentemente di un dispositivo “Made in OpenAI”, anche se non si conoscono i dettagli.
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