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Lukas Hofer: “Se starò bene, i risultati arriveranno di conseguenza. Milano Cortina è uno stimolo”

Delle cartucce da sparare ancora ci sono. Sono stati due anni complicati per Lukas Hofer. Il biathleta azzurro ha dovuto fare i conti con una serie di infiammazioni di non poco conto alle ginocchia, interessando in maniera specifica prima il tendine tibiale della gamba sinistra e poi di quella destra. Tutto sembra però essere alle spalle e Lukas è pronto per una nuova sfida.

La prima tappa di Coppa del Mondo andrà in scena martedì 3 dicembre a Kontiolahti (Finlandia), dove si terrà un’individuale maschile nella versione “short”. Abbiamo raggiunto telefonicamente Hofer, che in questo momento sta rifinendo la preparazione in vista di un test che lo attende in Norvegia per comprendere meglio il suo livello di forma.

La domanda è un po’ banale ma, per quello che ha vissuto nell’ultimo biennio, è d’obbligo: come sta?
Sto abbastanza bene. La preparazione è andata come da programma. Sinceramente non vedo l’ora di gareggiare anche per comprendere il mio livello. C’è grande curiosità e voglia di fare per ripartire per una nuova annata agonistica“.

Il primo appuntamento sarà a Kontiolahti, in che modo sta rifinendo la preparazione?
Affronteremo delle gare-test qui a Sjusjøen (Norvegia), dove gli atleti di casa spingeranno anche per la loro selezione interna. Di conseguenza, sarà interessante anche per me gareggiare contro avversari forti e la cosa è molto stimolante“.

Con che spirito affronterà la Coppa del Mondo, nella consapevolezza che l’obiettivo saranno i Mondiali di Lenzerheide, in Svizzera, dal 12 al 23 febbraio?
Sinceramente io preferisco avere un approccio tappa per tappa. Non penso in maniera ossessiva ai Mondiali, pur sapendo che quello è il focus della stagione. Un ragionamento anche frutto della mia esperienza e della gestione che un atleta della mia età deve avere per rendere al meglio possibile“.

Manca ancora un po’ di cammino da fare, ma alla fine questo lungo percorso culminerà con le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. Che sensazione sarà per lei competere nei Giochi in casa?
Sarà una sensazione speciale. È chiaro che gli stimoli sono tantissimi per arrivare al meglio possibile a quell’appuntamento e non nego che il pensiero di gareggiare davanti al pubblico italiano per un evento così importante mi dà ancor più stimoli. Spingerò al 100% per dare tutto quello che ho“.

Che aria si respira nel gruppo italiano? Sappiamo che la squadra femminile è in Val di Martello, con l’eccezione di Dorothea Wierer che è in Norvegia con lei e il resto della compagine maschile.
C’è fiducia nel gruppo, i test atletici che abbiamo fatto hanno dato ottimi riscontri. Wierer e Vittozzi sono le punte di diamante di questa squadra, ma comunque anche i ragazzi giovani al maschile, come Giacomel e Bionaz, diranno loro, e ovviamente ci sono anch’io. Puntiamo a far bene in staffetta e a crescere ulteriormente come team“.

A proposito di Giacomel, sappiamo che è un grande appassionato di tennis. Lei ha la stessa passione?
Non come lui che non si perde una partita, ma lo seguo dai tempi di Federer-Nadal. Vogliamo parlare di Jannik Sinner non è vero?“.

Perspicace…
Me l’aspettavo (sorride, ndr). Non lo conosco benissimo, ho avuto occasione di scambiare qualche parola con lui in un paio di circostanze. Comunque è fantastico quello che sta facendo e il modo in cui riesce ad avere sempre le motivazioni per continuare a migliorare. Fa chiaramente piacere che un italiano, nato qui, emerga in una pratica così complicata come il tennis“.

Anche il biathlon non è semplice anzi…Qual è il suo obiettivo stagionale?
Non parlerei di un solo obiettivo di stagionale, ma quello che voglio è competere in salute e potermi esprimere al meglio sugli sci e al poligono. Vengono da stagioni di tanti guai fisici e il mio target non può che essere lo stare bene. I risultati non potranno che essere la conseguenza di questo“.