Beni sottratti alla ditta per 521 mila euro, amministratore condannato a 3 anni e mezzo
È accusato di bancarotta fraudolenta perché «distraeva o comunque dissipava» proprietà strumentali dal registro dei beni ammortizzabili (libro cespiti) per un valore di circa 521 mila euro.
Per questo Raffaele Zodio, 79 anni di Moruzzo, è stato condannato dal tribunale di Udine in composizione collegiale a 3 anni e 6 mesi di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali, all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e all’estromissione dall’esercizio di un’impresa commerciale per cinque anni.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni. Ma l’avvocato di Zodio, Cesare Tapparo, ha già annunciato di voler ricorrere in appello, visto che stando alla linea difensiva, le cose non sarebbero andate come ricostruito dall’accusa, anche a causa di un errore contabile sul reale valore dei beni oggetto di contestazione.
Zodio, come ricostruito dalla Procura di Udine, è finito a processo nell’ambito del suo ruolo di amministratore unico della Alpe Costruzioni srl di Pasian di Prato, azienda operante nella costruzione di edifici e di ingegneria civile. Dopo il fallimento dell’impresa, avvenuto nell’ottobre 2020, l’imprenditore è accusato di aver distratto o comunque dissipato dalla Alpe Costruzioni beni strumentali caricati a libro cespiti per un valore di 521.434 euro oltre ai proventi derivanti dalla vendita degli stessi beni. Per lo più si tratta di mezzi come camion o rimorchi, e di attrezzature per l’edilizia come impalcature o box di cantiere.
Tra le contestazioni mosse nei confronti di Zodio ci sono anche la cessione di una parte dei beni in uso alla Alpe Costruzioni srl alla Ices srl, impresa riconducibile alla famiglia dell’imputato, con fatture pari a circa 88 mila euro che, sempre stando alla ricostruzione fatta dall’accusa, non sarebbero state pagate, se non in minima parte. Infine, i beni non trasferiti, sarebbero stati lasciati nel piazzale della Alpe Costruzioni, con la conseguenza di un loro deterioramento.
Nel processo a carico di Zodio il curatore fallimentare della Alpe Costruzioni, Alessandra Compassi, si è costituita parte civile, assistita dall’avvocato Lucia Englaro. Il tribunale di Udine, con la sentenza pronunciata il 29 ottobre, ha condannato Zoldo anche al risarcimento dei danni subiti dalla parte civile.
Diversa la ricostruzione fatta dall’avvocato Tapparo rispetto alla vicenda che ha coinvolto Zodio. Oltre a lamentare una situazione non proprio rosea al momento dell’acquisto dell’azienda, ha messo in evidenza come una parte dei beni lasciati nel piazzale della Alpe Costruzioni siano stati sottratti in seguito a un furto, regolarmente denunciato alle forze dell’ordine.
Non solo, la Ices si sarebbe accollata una parte dei debiti della Alpe Costruzioni, appropriandosi, come compensazione, di parte dei beni lasciati sul piazzale (il cui valore, però, non sarebbe stato aggiornato nei registri tenendo in considerazione l’ammortamento).Il resto del materiale abbandonato, come evidenziato ancora da Tapparo, sarebbe privo di valore e frutto di un’esecuzione immobiliare.