Alessia Antinori all’evento Top 500 Trieste per raccontare lo sviluppo della cantina Jermann
A raccontare i successi della cantina Jermann - seconda in Italia per il miglior rapporto tra fatturato e profitti, nell’ambito dell’evento Top 500 di lunedì 11 a Trieste intitolato “Reagire al grande caos. La ricerca di nuovi mercati”, sarà Alessia Antinori, presidente di Jermann nonché vicepresidente del gruppo Marchesi Antinori, intervistata dal vice direttore dei quotidiani Nem Luca Piana.
L’acquisizione da parte di Antinori, tra i nomi più illustri e importanti della viticoltura italiana, della tenuta Jermann risale al marzo del 2021, tre anni e mezzo fa. Un lasso di tempo in cui Jermann ha migliorato - e di parecchio - tutti i suoi indicatori economici, dai ricavi agli utili fino alla presenza sui mercati mondiali.
La cantina Jermann sforna ogni anno un milione e mezzo di bottiglie, quasi esclusivamente bianchi (tra i rossi in listino oggi c’è solo il Red Angel, un Pinot nero che in realtà è un rosso travestito da bianco, come ama sottolineare il direttore Marco Rabino quando l’enologo prende il sopravvento sul manager), con una produzione in moderato ma costante aumento. L’Italia è il principale mercato di riferimento, dove si vende il 65% dei vini. Il restante 35% finisce all’estero, in 80 Paesi. I più importanti la Germania, gli Stati Uniti, il Regno Unito, il Giappone, l’Austria, la Svizzera. Stanno crescendo anche i Paesi baltici e la Polonia.
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Ma la crescita tra il 2021 – anno appunto che ha visto l’ingresso in maggioranza di Antinori – e il 2023 è stata impetuosa. Il fatturato ha sfondato quota 20 milioni di euro, l’utile ha raggiunto gli 8,8 milioni, con un Ebitda del 57,4%.
Numeri che inorgogliscono gli artefici del boom. Gli obiettivi per l’immediato futuro sono due ed entrambi molto importanti. Il primo è l’acquisizione di nuovi terreni limitrofi alle proprietà (Jermann può contare su 30 ettari in Collio, nell’area che circonda l’avveniristica cantina di Ruttars di Dolegna e su altri 140 ettari in Comune di Farra, nelle Doc Collio e Isonzo). Il secondo grande investimento di Jermann riguarda la cantina di Farra, quella storica, la prima che fu realizzata da Angelo Jermann e da suo figlio Silvio, il “padre” del Vintage Tunina, ancora oggi il vino bianco più noto della cantina. Nello stabile che si trova ai piedi di un colle, la famiglia Antinori ha stanziato 6 milioni di euro per una ristrutturazione radicale con una nuova area vinificazione, l’imbottigliamento di ultima generazione e la concentrazione della logistica.
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Marchesi Antinori è una delle più importanti case vinicole mondiali e rappresenta da molte generazioni l’aristocrazia del vino toscano. Oggi l’azienda è guidata dalle figlie di Piero Antinori, Albiera, Allegra e Alessia, con l’ad Renzo Cotarella. Il gruppo riunisce numerosi marchi nobili di primissimo piano tra cui tenuta Tignanello, Peppoli, Badia a Passignano e Antinori, tutte nel Chianti classico, Pian delle Vigne a Montalcino, tenuta Guado al Tasso a Bolgheri, castello della Sala a Orvieto, oltre a villa Antinori a San Casciano in val di Pesa. Nel resto d’Italia Antinori è presente in Piemonte nella zona del Barolo, in Franciacorta, nelle Murge pugliesi e in Friuli, nel mondo in Napa Valley in California e in Cile.
Antinori ha un’antichissima tradizione nel mondo del vino e si dedica alla produzione vinicola da più di 600 anni: da quando, nel 1385, Giovanni di Piero Antinori entrò a far parte dell’Arte Fiorentina dei Vinattieri, una passione che si tramanda da ben 26 generazioni. Antinori ha gestito direttamente questa attività con scelte innovative e talvolta coraggiose, ma sempre mantenendo inalterato il rispetto per tradizioni e territorio. —
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