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Ноябрь
2024

Follina, è assalto alla falesia nonostante il divieto

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C’è una falesia tempestata di spit (ancoraggi sulla roccia) lungo la strada che da Valmareno porta al passo Praderadego. La parete a strapiombo sulla strada è meta di rocciatori da tutta la provincia che lasciano dietro di sè ganci e mozziconi di corda. Angelo De Mari è il proprietario di quel pezzo di montagna che da anni, confessa lui stesso, si sta battendo contro l’uso e l’abuso di quella parete rocciosa da parte degli scalatori, magari quelli alle prime armi che vogliono provare l’adrenalina dell’arrampicata più o meno libera.

«Il signor Angelo teme, con molta responsabilità, che accada qualcosa che non dovrebbe succedere – conferma il sindaco di Follina, Paola Carniello – e di cui dover rispondere. Si sappia, però, che da tempo quella falesia è vietata per l’arrampicata di qualsiasi genere. C’è un’ordinanza del Comune che risale alla precedente amministrazione. Non solo è pericolosa perché dà sulla strada, ma è appunto proprietà privata, non del demanio» precisa il sindaco.

L’ordinanza è nota e il divieto comunicato da appositi cartelli che qualcuno ha rimosso.

«Non si sa come siano spariti, per cui chi si approccia alla falesia non sa del divieto – conferma Carniello– Sabato mattina c’erano dei ragazzi che si stavano attrezzando con i moschettoni per scalare. Sono stati pregati di non farlo. Incuranti del pericolo i ragazzi hanno obiettato dicendo che erano assicurati. Legittimo, se non fosse che l’assicurazione vale sulle falesie autorizzate, mentre questa non lo è».

La falesia di Praderadego è popolare sui social perché “baciata dal sole” si legge in qualche post. Non solo. C’è la possibilità di ben 30 tiri con comodi appigli e appoggi. Gli appassionati arrivano da tutta la Marca, ma gli abitanti del posto testimoniano di aver visto scalatori anche da fuori regione, attirati dalla bellezza del contesto e dal parcheggio a due passi dalla parete. Ma, appunto, è proprietà privata e c’è il divieto.

Il sindaco vuol saperne di più. E non solo su questa vicenda, anche sulla corda in acciaio che è stata tirata da un versante all’altro dello strapiombo. Evidentemente per la pratica dello slacklining. «È una sorpresa. Indagheremo attraverso la polizia municipale – assicura – per scoprire chi ha installato la fune e con quale autorizzazione».