Ex discarica Forcal, penali insolute: c’è l’accordo con i proprietari
La storica discarica di inerti a Forcal è tutta un costo. Per completarne la chiusura il Comune deve sborsare ancora un milione e 800 mila euro, di cui un milione e mezzo dal rispettivo fondo Pnrr. Ma c’è un capitolo ulteriore di spesa. I diciotto proprietari dei terreni hanno incassato 20 mila euro l’anno di affitto dal 2021, quando si è conclusa una dura controversia che durava da anni.
Dal 2010, inoltre, avevano diritto ad introitare una penale – per il ritardo nella sistemazione e riconsegna del sito che risultava di 5 mila euro al mese, fino a quanto la giunta Tonon non è riuscita, nel 2017, a ridurla a 3 mila euro.
Non sono mancate, in questi anni, le reciproche contestazioni, perché gli interessati hanno incassato solo poche spettanze e oggi sono in credito dal Comune di 60 mila euro.
Nel frattempo è intervenuta una delicata trattativa tra gli stessi proprietari e il Comune che sta acquisendo l’area, in modo da liberarsi dalla gabella del canone d’affitto e della sanzione. Ed eventualmente poter insediare sulla discarica un parco fotovoltaico da 20 mila metri quadri.
L’amministrazione Miatto aveva ipotizzato anche l’esproprio, per poi aderire all’ipotesi di una mediazione.
«La mediazione tra il Comune e i proprietari sta procedendo e si è prossimi alla stesura definitiva dell’accordo – informa l’assessore Barbara De Nardi –, seguendo i tempi tecnici della burocrazia, aiutati anche dal fatto che ci sono agevolazione fiscali previste per questo tipo di concordati. Sono in questo momento in corso di definizione gli ultimi dettagli tecnici».
Il pagamento delle penali, previste dall’accordo del 2010 modificato successivamente, è oggetto della mediazione in corso, fa sapere De Nardi.
«Per realizzare l’impianto fotovoltaico attraverso il finanziamento ottenuto dalla precedente amministrazione è infatti necessario che l’intera area oggetto dell’intervento sia di proprietà del Comune. L’istituto della mediazione consente di ridurre i tempi e i costi rispetto al contenzioso giudiziale e in tal sede sarà anche possibile definire un accordo economico complessivo che sia positivo per tutti i soggetti coinvolti: privati e Comune».
La messa in sicurezza del sito costerà circa un milione e 800 mila euro, praticamente 65 euro a testa per ogni vittoriese.
Il Comune, infatti, ha dovuto farsi carico dei lavori dopo la rinuncia della ditta che aveva in gestione l’impianto e doveva provvedere alla copertura. Il proprietario del Centro Servizi Recuperi Piave è morto nel giugno 2020 e gli eredi hanno rinunciato all’impresa.
Se n’è fatto carico il Comune, accompagnato dalla Provincia. Mancano, ad oggi, le opere di rifinitura della copertura e della raccolta degli scarichi, quindi del percolato. La sola raccolta, con lo smaltimento, costa 70 mila euro l’anno.
Il foro, riempito di materiali edili e degli scavi del traforo di Santa Augusta, va coperto di strati speciali di terra, che per 20 anni non vanno calpestati. Il tutto viene protetto da teli speciali di plastica.