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Ноябрь
2024

Pian Formosa, abbattuto dal vento il faggio monumentale di trecento anni

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Il “fagheron di Pian Formosa”, il faggio secolare simbolo della comunità di Chies e della sua Regola, non c’è più. Il vento intenso di inizio ottobre l’ha spezzato e schiantato a terra, mettendo la parola “fine” ad una storia lunga trecento anni, iniziata ancora sotto la Serenissima repubblica di Venezia.

E a Chies la comunità è rimasta con l’amaro in bocca: quell’albero monumentale alto ben 28 metri, tutelato dalla Regione e mèta di molti visitatori che venivano ad ammirarne l’imponenza, era una parte importante del paesaggio e della storia di Chies. Tanto che la sua salute era tenuta sotto controllo e in anni recenti era stato sottoposto ad un intervento di tutela.

Ma non è bastato di fronte al cambiamento climatico e ai fenomeni meteo sempre più intensi e imprevedibili: il grande faggio di Pian Formosa aveva già sofferto a causa della tempesta Vaia, e con l’ondata di vento intenso tra il 3 e il 4 ottobre la sua parabola si è conclusa. Il grande albero, irrimediabilmente spezzato, è stato scoperto a terra il 5 ottobre.

Il grande faggio che sorgeva su un ex pascolo in prossimità di Casera Antander era nello speciale elenco degli alberi monumentali d’Italia per l’età, stimata attorno ai 300 anni, e per le dimensioni imponenti. Lì, a Busa Antander, i visitatori trovavano le segnalazioni con la storia dell’antico albero e l’invito a rispettarlo.

«Sono state eseguite delle migliorie, come Regola assieme alla Regione», ricorda il presidente della Regola di Chies, Giansilvio Chiesura, «perché si trattava di un albero monumentale. Era il simbolo della nostra Regola di Chies, sia nel logo sia nella tradizione. Questa caduta del faggio gigante rappresenta il momento storico di fine di un’era; ora aspettiamo l’indicazione della Regione sul da farsi in prospettiva».

«È stato fatto di tutto per preservare quel faggio storico», spiega il sindaco di Chies, Gianluca Dal Borgo. «Nel dicembre del 2019 è stata eseguita anche una risonanza magnetica per valutare la consistenza del legno ed era stato verificato che era sano. C’era semmai un problema di bilanciamento dei rami, perché era un albero maestoso, al quale vento e pioggia potevano causare danni. Dopo la risonanza, quindi, sono stati applicati dei tiranti con perizie precise e l’intervento di ditte esperte, con contributi della Regione. Purtroppo c’è poco da fare davanti agli eventi atmosferici sempre più estremi, come la tempesta Vaia, e le nevicate abbondanti e anomale del 2019. Probabilmente il faggio si stava avvicinando al fine vita, perché questa specie può vivere al massimo fino a 500 anni ed era nato sotto la Serenissima, ma è un vero peccato che sia caduto, perché è sempre stato un simbolo del nostro territorio. A Chies sarà ricordato come il grande faggio maestoso e generoso, sotto la cui chioma – dicevano i nostri vecchi – potevano ripararsi dalla pioggia fino a cento pecore».

Nella zona ci sono anche altri faggi imponenti – «gli anziani dicevano che a Pian Formosa c’è proprio una predisposizione dei faggi», dice Dal Borgo, ma la perdita del “fagheron di Pian Formosa” ha lasciato un diffuso dispiacere. «Sotto quel grande faggio avevamo organizzato anche dei concerti di musica da camera», ricorda il sindaco di Chies, «insomma siamo tutti dispiaciuti, il morale è un po’ giù. Quando sei legato ad un simbolo e quello non c’è più, è una sorta di lutto per la comunità»