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Ноябрь
2024

Belluno, truffa due preti fingendo di essere un magistrato

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Fingeva di lavorare come procuratrice del Tribunale dei Minori o funzionaria della Prefettura. Mestieri fantomatici che le servivano a truffare conoscenti in difficoltà e, in questo caso, anche a diffamare l’avvocato Giorgio Gasperin.

Tecla De Pellegrin è stata condannata a due anni e otto mesi più 800 euro di multa. Il giudice Federico Montalto ha disposto anche il risarcimento danni al legale, quantificandolo in un euro, come richiesto dalla parte civile Valentina Stefani. La richiesta della Procura per sostituzione di persona, diffamazione e truffa era di tre anni.

Reati continuati e aggravati per i quali il pm contestava la recidiva specifica pluriaggravata infraquinquennale. C’erano dei precedenti, a volte ai danni di preti. Nel luglio 2021, parlando con due persone di sua conoscenza, avrebbe spiegato loro di aver dato mandato a un legale di fiducia, come procuratrice del Tribunale dei Minori di Venezia e di funzionaria della Prefettura, di intervenire in procedimenti di volontaria giurisdizione e di esecuzione immobiliare su un procedimento relativo al dissequestro di una casa. Si era fatta dare 2.860 euro e sosteneva di averli versati all’avvocato, che però – a sentire lei – si era limitato a incassarli, senza fare nulla di concreto, a tutela dei clienti. In realtà, De Pellegrin non ricopriva nessun ruolo, non c’era alcun procedimento e la toga non aveva ricevuto nemmeno un euro, anzi era all’oscuro di tutto. Fino a questo punto, la sostituzione di persona e la diffamazione.

Nel luglio 2021, sarebbe scattata la truffa nei confronti di una coppia di coniugi. Sempre spacciandosi per procuratrice e funzionaria, avrebbe fatto credere che fosse in atto una procedura di affievolimento o addirittura di decadenza della potestà genitoriale della madre. Marito e moglie si sono preoccupati, ma De Pellegrin aveva la soluzione a portata di truffa. Grazie alle sue competenze e all’autorevolezza che le derivava dai ruoli che sosteneva di ricoprire, bastava versare almeno un anticipo della parcella al legale e la situazione si sarebbe risolta.

I soldi sarebbero stati consegnati con fiducia alla donna, ma non girati all’avvocato, tanto meno restituiti, una volta scoperto l’inganno.
Uno dei precedenti più vecchi risale al 2010, quando avrebbe raggirato un anziano, spillandogli 200 euro. Nel 2017, è stata condannata in primo grado a tre anni (sconto di sei mesi in appello) per aver raggirato don Giuseppe Bortolas di Cencenighe per 98 mila euro, fingendosi malata terminale di cancro e quattro anni prima aveva preso tre mesi, quando tentò di gabbare il parroco di Arsiè don Leopoldo Zanon ed è finita in carcere.