Verde, luci e panchine: progetto milionario per il giardino Ricasoli di Udine
Il Comune di Udine ha delineato un progetto di riqualificazione milionario per il giardino Ricasoli, cioè quell’ampia area verde di piazza Patriarcato, sul lato opposto rispetto alla sede dell’ex provincia di Udine, che nel corso degli anni è andata incontro a un degrado strutturale, prima ancora che ambientale. Per riuscirci, tuttavia, palazzo D’Aronco si appoggia (anche) alla Regione con la richiesta di un contributo necessario, nelle intenzioni dell’amministrazione, a completare l’opera così come immaginata.
Progetto, costi e tempi
Il progetto complessivo dell’intervento di recupero, conservazione e valorizzazione del compendio di piazza Patriarcato abbraccia sia gli aspetti architettonici sia il pacchetto alberi-aiuole del giardino.
La relazione preliminare dell’opera prevede una spesa di 900 mila euro con un’ipotesi di 365 giorni di lavoro compresa tra il momento in cui il Comune vorrebbe aprire il cantiere (giugno 2026) e la fine dell’intervento (lo stesso mese dell’anno successivo).
Nel corso dell’ultima seduta di giunta comunale, inoltre, l’amministrazione ha approvato la richiesta di contributo regionale a valere su una legge approvata a Trieste nel 2015 e che autorizza proprio la concessione di contributi per investimenti finalizzati al recupero, conservazione e valorizzazione di giardini storici del Friuli Venezia Giulia.
La norma, in particolare, prevede che possa essere erogato fino al 90% della spesa ammissibile e sino a un massimo – che in questo caso collima con quanto può ottenere il Comune – di 700 mila euro. «La proposta presentata è molto articolata – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Ivano Marchiol – e disegna una riqualificazione davvero significativa dell’area che va oltre il giardino in sé
. La speranza è di ottenere il contributo regionale in modo tale da poter completare l’opera così come l’abbiamo strutturata. In quel caso, tra l’altro, potremo anche pensare di installare alcune telecamere per aumentare il senso di sicurezza percepita da chi usufruisce del parco».
In caso di mancato placet dalla Regione, invece, Marchiol sostiene che il Comune «dovrà inevitabilmente arrangiarsi con le proprie forze, sempre in base alle disponibilità di bilancio, come abbiamo già dimostrato con la decisione di sostituire le panchine» del giardino Ricasoli.
Le specifiche dell’opera
Il progetto, così come presentato a Trieste, interessa, nello specifico, un’area di oltre 10 mila metri quadrati compresa tra via Lovaria, via Piave e piazza Patriarcato. La sistemazione del giardino include la sostituzione di alcune aiuole con la piantumazione di nuove specie di erbe perenni e il rifacimento delle ampie zone a prato che soffrono la mancanza di luce e di acqua.
Detto che, quasi ovviamente, si procederà anche a una seria potatura del verde in eccesso, il progetto prevede la risistemazione della strada e la sua sostituzione con un sistema a porfido che impone il rialzamento della sede di una decina di centimetri creando così un unico piano pedonale e carrabile accessibile con specifiche rampe.
Se uno degli obiettivi del Comune è quello di aumentare il numero di ore in cui il giardino è fruibile, diventa inevitabile anche la realizzazione di un sistema di illuminazione all’interno del parco e il miglioramento di quello esterno che, al momento, insiste soprattutto sul parcheggio di piazza Patriarcato.
Allo stesso tempo, inoltre, si prevede l’installazione di nuovi servizi igienici autopulenti, la sistemazione degli elementi d’arredo e pure un nuovo parapetto.
Un parco tecnologico
La futura configurazione di piazza Patriarcato, consentirà anche la nascita di una nuova pensilina dedicata sia a chi aspetta l’autobus in zona sia alla sosta di biciclette, anche elettriche, con un’apposita centralina per la ricarica.
Nel progetto, infine, si propone pure di costruire un’applicazione multimediale dedicata al parco cittadino che, sul modello di realtà simili in Italia e all’estero, offra una narrazione immersiva al visitatore, suggerendo percorsi di attraversamento del giardino che permettano di raggiungere i punti di interesse di un’area trasformata in giardino pubblico dal Comune di Udine nel 1866 dopo l’annessione del Friuli al Regno d’Italia.
In parallelo, infine, sarà necessaria anche la realizzazione di nuovi punti di connessione wi-fi.
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