Muore a due settimane dalla caduta, Favaro piange Christian Trentinaglia
Sempre pronto a brindare alle vittorie delle sue squadre del cuore, che seguiva ovunque, la Reyer e il Venezia.
Si è spento la notte tra domenica e lunedì, Christian Trentinaglia, 46 anni, nato e cresciuto a Favaro, dov’era molto attivo e benvoluto, per il suo sorriso, la sua positività, la sua battuta sempre pronta, la sua affabilità. E anche per il suo amore smisurato per la sua amica a quattro zampe, Gigia, un bulldog francese che aveva preso in epoca di Covid, alla quale era affezionatissimo.
E in tanti, a Favaro, lo conoscevano proprio perché girava sempre con la sua cagnolina appresso, che tutti chiamavano per nome.
Non più tardi di quindici giorni fa, Christian si trovava nella sua abitazione, una laterale di via San Donà, quando gli è ceduto un ginocchio al quale aveva male, mentre stava facendo la doccia. Un incidente banale, che però gli è costato più caro di quanto avrebbe mai potuto immaginare.
Perché da quel momento in poi, non è più stato bene. Per alcuni giorni è rimasto a casa, le sue condizioni non sembravano preoccupanti, qualche contusione dovuta alla caduta, una costola incrinata. Ma una settimana fa si è aggravato ed è stato necessario il ricovero in ospedale. Viste le sue condizioni, è stato portato nella terapia intensiva dell’Angelo.
Qui è rimasto circa sette giorni. «Era stabile, i medici hanno fatto il possibile per lui» fa sapere il fratello Davide, che lo ricorda con amore. Poi, improvvisamente, il quadro clinico si è aggravato nell’arco di poche ore, e la notte tra domenica e lunedì Chstian è mancato.
L’ospedale ha richiesto un riscontro diagnostico, per capire più di preciso, vista l’età, cosa abbia fatto precipitare la situazione, se nel frattempo possa aver contratto un virus e quali complicazioni lo abbiano portato al tracollo che ne ha poi causato il decesso. Non appena eseguiti gli approfondimenti, la famiglia, i fratelli Davide e Paolo, potranno organizzare il funerale.
Ieri, quando la notizia è stata postata sul gruppo di Favaro dove lo stesso Christian di tanto in tanto scriveva, in tantissimi si sono stretti ai famigliari e hanno ricordato momenti felici, partite viste assieme, trasferte, serate passate in allegria a guardare dirette, vedere i derby e i match.
Trentinaglia era conosciuto perché frequentava alcuni dei locali storici di Favaro, come la trattoria La Pesa, il bar Amici Miei, la Bea Storia. Aveva lavorato anche per qualche tempo Al Parlamento, sempre a Favaro. Adesso assieme ad altri soci, ognuno con la sua mansione, lavorava con una ditta di riparazione impiantistica e idraulica, la GF.
«Era vivace, sempre attivo, non appena qualcuno aveva bisogno di lui, Christian si precipitava ad aiutarlo». Che fossero gli amici, i parenti, le tante persone che ha incontrato sul suo cammino e che con lui hanno condiviso un pezzo di strada. «Era allegro, non si tirava mai indietro, amava la compagnia e la vita» ricorda il fratello.
Per questo, la sua morte è motivo di tristezza per quanti erano abituati a frequentarlo, e di certo lascia un grande vuoto. «Sono certo che mancherà a moltissime persone» dice ancora il fratello.
Adesso la sua Gigia, dalla quale non si separava mai e che trattava come una persona, è stata adottata dal fratello e dalla nipotina, che non le farà certo mancare l’affetto cui era abituata.