L’inchiesta sull’omicidio di Canizzano, Vincenza sarebbe stata uccisa per soldi
«Non possiamo accontentarci dei futili motivi, la morte di Vincenza Saracino dipende da ben altri motivi, probabilmente di carattere economico legati al tipo di attività svolta dalla famiglia, quella dei sexy shop».
L’avvocato Giovanna Bertolani, il difensore d’ufficio di Luigi Nasato, il presunto killer della cinquantenne di Canizzano, fornisce un nuovo punto di vista sulle indagini che hanno portato alla reclusione del suo cliente.
«Bisogna chiedersi sempre che tipo di interesse c’è dietro ad un delitto. Io ho cercato di capire cosa c’è stato dietro all’omicidio di Saracino. Elementi di cui terrò conto nella difesa. Probabilmente sono stati i problemi economici la fonte dell’astio e delle litigata. Nessun avvocato si è messo in contatto con me per chiedere un eventuale risarcimento, nessuno della famiglia ha chiesto la presenza di un tecnico di fiducia che partecipasse agli accertamenti condotti dal Ris di Parma. C’è qualcosa che non torna».
L’ultimo capitolo nella vicenda del delitto Saracino risale al 29 ottobre scorso, quando, nei laboratori del Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri di Parma, si sono svolte le comparazioni tra le tracce di Dna ed ematiche trovate sotto le unghie della vittima e sulla bicicletta, prelevate il giorno dopo del delitto e quelle dell’arrestato.
Al momento non sarebbero ancora noti gli esiti dell’esame, gli inquirenti sono convinti che il risultato diventerà la prova madre di tutto l’impianto accusatorio messo a dalla Procura di Treviso.
Intanto Luigi Nasato, il 33enne di origini venezuelani accusato di essere il killer della donna, si trova rinchiuso nel carcere di Caracas, dopo che è stato localizzato e tratto in arresto, lo scorso 27 settembre, dalla divisione Interpol e dalla polizia criminale in Venezuela, sotto la guida del nucleo investigativo del comando provincia dei carabinieri di Treviso, che hanno individuato il giovane in località Maracay nello Stato di Aragua.
Nasato aveva lasciato Treviso il 3 luglio, il giorno dopo l’assassino di Vincenza Saracino, trovata senza vita a causa di cinque coltellate tra collo e mandibola, di cui una fatale. La donna era stata trovata anche con il viso tumefatto, segno che il suo assassino prima di ucciderla l’avrebbe stordita con un pugno in volto.
Erano state le telecamere di videosorveglianza della zona a portare all’identità del suo presunto assassino, nei video si vede Vincenza in sella della sua bicicletta che pedala, al suo fianco proprio Luigi Nasato.
Gli occhi elettronici li hanno immortalati a pochi metri dal casolare abbandonato di via Maleviste, dove 24 ore più tardi è stato rinvenuto il cadavere della donna. Quando il 3 luglio il corpo di Vincenza è stato trovato dai carabinieri, Nasato era in Spagna, a Madrid, dove risiedono i suoi genitori e suo fratello. Lì aveva fatto tappa, prima di imbarcarsi per il Venezuela e raggiungere il nonno a Maracay.
La famiglia Nasato viveva vicino a quella di Vincenza. A maggio Luigi era rimasto da solo in Italia, in quella casa. Il procuratore capo di Treviso, Marco Martani, sul movente, ha parlato di futili motivo dovuti al rapporto di vicinato tra i due, cosa che non ha convinto l’avvocato Bertolani: «Andrò a fondo, ritengo che possano esserci altre ragioni che hanno spinto all’omicidio»