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Ноябрь
2024

L’ultimo abbraccio di Monfalcone all’amato sindaco Persi: «Costruttore di pace e mondi fraterni»

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Non è stato un funerale che inaridisce, svuota, lascia l’animo nell’abisso di una tristezza estrema. Tangibile, certo, la mestizia collettiva, l’infinito dispiacere per una perdita – il fatale strappo a questa vita – troppo anticipata, troppo repentina nella spietata fulminea malattia, ma l’ultimo saluto che la città ha voluto consegnare lunedì all’amatissimo, due volte sindaco, Adriano Persi, spirato una settimana fa all’età di 74 anni, ha saputo restituire anche una vastissima ondata di amore. Di palpabile commozione. S’è riverberata nell’interminabile applauso che ha avvolto il feretro puntellato di rose rosse e anthurium all’uscita dal duomo, diretto al cimitero per la sepoltura. Nelle lacrime piovute tra i volti della folla. Nelle parole, vere e sentite, di quanti hanno voluto onorare pubblicamente la memoria del compianto primo cittadino. Soprattutto: nell’ideale abbraccio di tante persone comuni, oltre a politici in carica ed ex, strettesi attorno al dolore del figlio Lorenzo e della compagna Marina.

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È stato don Flavio Zanetti a officiare le esequie, iniziate alle 11. Ampia la partecipazione: in centinaia e centinaia si sono radunati sul sagrato ad attendere l’arrivo della bara. E tra gli inginocchiatoi anziani in sedia a rotelle, con le stampelle, i bastoni. Persone stipate in piedi fin in fondo al duomo. Giovani e rappresentanti di ogni categoria, dal commercio all’associazionismo. Nel «ringraziare Dio perché ci ha dato Adriano», il parroco ha ricordato la «beatitudine dei miti, degli operatori di pace» e «di chi cerca di unire gli uomini nonostante le difficoltà che esistono». Perché, ed è stato un passaggio significativo nell’omelia, al di là delle differenze di pensiero, «ciascuno con le sue sensibilità vuole costruire un mondo fraterno». «Un compito, questo, che Adriano – sempre il parroco – aveva preso molto sul serio». Nelle preghiere c’è quindi «un silenzio pieno di relazioni, affetto, stima». Per l’uomo che non c’è più. Probo, onesto, integro.

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È stata poi la volta dei ricordi. Ognuno, con la propria impronta, ha stagliato la memoria della figura dell’ex primo cittadino che, a seconda dei ruoli, aveva avuto modo di incontrare. «La banda civica esiste da 73 anni e negli ultimi 22 Adriano è stato il suo presidente, un terzo della vita di questa associazione – ha sottolineato l’attuale vertice Alessandro D’Urso –: è stato per noi un punto di riferimento. Mi accolse in banda a 10 anni, come persona e amico. Ci ha lasciati troppo presto, vivrà per sempre nei nostri cuori». Andrea Olivetti, coordinatore della Protezione civile, ha rammentato la grande alluvione piemontense del 1994, quando Persi al suo ritorno gli disse: «Avete salvato la Nutella?». E non era una battuta, ma l’importanza di mettere in sicurezza anche le fabbriche, i posti di lavoro, tema sempre caro all’ex sindaco, che, pur nei modi «scanzonatori», ha continuato a restare vicino alle tute azzurre «come nei più recenti roghi del 2022». La parola, per esprimere cordoglio, è passata poi al consigliere austriaco e presidente della banda di Neumarkt giunto in delegazione dal Comune che proprio Persi contribuì a gemellare con Monfalcone 25 anni fa.

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Ma il ricordo più affettuoso e toccante, di cui si dà conto nell’articolo a fianco, è stato speso da Corrado Altran, che ha letto la lettera di Gianfranco Zorzin, ex assessore della giunta Persi e suo grande amico, costretto all’ospedale. Un intervento suggellato da lacrime e, anche qui, applausi. Prologo delle dolenti note al termine ripercorse dalla banda nella “Canzone dell’amore perduto” di De André, voluta da Persi, vedovo, come nel funerale della moglie Dionisia, madre di Lorenzo. Siamo per natura imperfetti, sghembi, davanti alla morte ancor più fragili. Ma è l’amore, nelle parole e nei gesti, che spalanca la luce sul bordo del baratro. «Ciao Adriano, non ti dimenticheremo»: l’addio dei monfalconesi.