San Matteo, la sicurezza in ospedale è affidata solo a sette guardie giurate
PAVIA. Otto guardie sulla carta, ma sette operative, e 252 telecamere, che però riescono a coprire la sorveglianza solo su metà delle aree di pertinenza dell’ospedale. Numeri che non bastano ancora a garantire la sicurezza al San Matteo: nella notte tra giovedì e venerdì una banda composta da quattro o cinque persone incappucciate ha sfondato, con un furgone rubato, la sbarra dell’ingresso da via Forlanini e ha portato via la cassa per il pagamento dei ticket dal reparto Oculistica, del peso di diversi quintali. «La banda ha potuto agire indisturbata, senza incontrare resistenza: un furto intollerabile», è la denuncia di Roberto Gentile, segretario regionale del sindacato Fials.
Gli episodi di criminalità
Per Gentile «non è concepibile che all’interno di una delle strutture sanitarie più rilevanti del territorio possano verificarsi simili episodi di violenza e criminalità». In questo caso il furto ha fatto scalpore per la modalità con cui è stato commesso, ma più frequenti sono gli episodi che fanno meno rumore e toccano pazienti e personale dipendente, come i furti nei reparti ai danni dei degenti, i borseggi e le razzìe di portafogli, le sottrazioni di farmaci e di oggetti dagli armadietti del personale sanitario, gli accessi abusivi di persone che, soprattutto d’inverno, entrano nelle palazzine dell’ospedale in cerca di un rifugio.
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Le guardie
La vigilanza in ospedale è nelle mani delle guardie giurate dipendenti, che sono otto in organico ma sette operative sui turni. «Nonostante l’ultimo concorso, che prevedeva l’assunzione di ulteriori unità di personale, a oggi – spiega il sindacalista della Fials – non abbiamo ricevuto alcun riscontro concreto sul numero di nuove assunzioni previste, né alcuna informativa da parte della direzione. Tra turni su 24 ore, riposi e ferire da garantire, la presenza effettiva in servizio risulta insufficiente rispetto agli standard di controllo patrimoniale che dovrebbero essere assicurati».
A quanto pare non bastano neppure le telecamere, installate nelle diverse aree di pertinenza dell’ospedale già da alcuni anni attraverso un appalto da 300mila euro.
Le telecamere
La decisione di attivare le telecamere nei vialetti e agli ingressi dei reparti e dei dipartimenti risale al 2019, anche se poi il sistema di videosorveglianza entrò in funzione più tardi, a causa della complessità della procedura che prevedeva anche un passaggio con il garante della privacy.
L’installazione di occhi elettronici nelle aree del San Matteo si rese necessaria in un periodo caratterizzato da continui furti nelle corsie dell’ospedale, anche di macchinari e farmaci, oltre che ai danni dei pazienti. Un intervento importante, che però riesce a garantire la copertura solo di alcune aree dell’ospedale. Altre restano fuori dal raggio di osservazione delle telecamere.
Non a caso la banda ha agito utilizzando un accesso secondario e di certo meno controllato, quello da via Forlanini, dietro a Pediatria. La banda ha avuto il tempo di sfondare la sbarra, percorrere la strada fino al reparto di Oculistica, prelevare la cassa per il pagamento dei ticket e poi uscire dall’ospedale, senza incontrare ostacoli sul suo cammino. —