Chioggia, aggredito il consigliere Nicchetto: «Mi hanno colpito senza un motivo davanti a mia figlia»
«Centrarmi con una bicicletta elettrica a tutta velocità credo sia configurabile come tentato omicidio». Ancora sotto choc il consigliere di FdI di Chioggia Luigi Nicchetto ripercorre gli attimi dell’aggressione di cui è stato vittima nel pomeriggio di Ognissanti, in pieno corso del Popolo.
L’episodio, nato per un equivoco su chi avesse la precedenza all’incrocio di calle San Giacomo, è degenerato qualche minuto dopo con l’aggressione di due uomini, uno a piedi e uno in bicicletta, che hanno colpito il consigliere all’inguine, alla spalla e al collo, che facevano parte di un gruppo di ciclisti milanesi.
Ora si cercano testimoni per ricostruire i fatti su cui stanno indagando le forze dell’ordine.
Nicchetto, come sono iniziate esattamente le cose?
«Erano le 18. 15 di venerdì e mi trovavo all’incrocio tra San Giacomo e corso del Popolo e dovevo svoltare verso il duomo. Ho rallentato e messo la freccia, poi ho visto una signora in bici alla mia sinistra di fronte al Barinto, che si fermava e appoggiava i piedi per terra, e ho capito che si era fermata probabilmente anche perché il Corso nord era chiuso al traffico anche per le bici.
Quindi sono andato avanti, ma mentre le passavo accanto a un metro e mezzo di distanza, al mio finestrino la sentivo inveire.
Sentendola continuare, mi sono fermato dieci metri più avanti per non intralciare il traffico per capire cosa stesse accadendo. A un certo punto da dentro l’auto, dove sedevano anche mia moglie e mia figlia di 10 anni, ho sentito un botto al lato sinistro, come se qualcuno avesse dato un pugno, e ho visto passare a raso l’ombra di una persona in bici».
E da lì tutto è degenerato.
«Esatto. Sono sceso per accertarmi di cosa fosse successo guardando la signora, che continuava a inveire, le detto che era ferma e che non l’avevo toccata. .. A un certo punto con la coda dell’occhio, in una frazione di secondo, ho visto una bici con una persona che pedalava in piedi per prendere la rincorsa. Veniva a tutta velocità verso di me e dopo qualche secondo ho sentito un colpo fortissimo all’inguine e sono caduto. A quel punto ho subito diversi colpi, dovuti anche alla bici.
Dal dolore ho perso la lucidità. Sentivo male al gomito e alla spalla destri e al collo. Sono riuscito a rialzarmi quando mi ha raggiunto un signore con berretto scuro e barba incolta che strattonandomi mi diceva che dovevo fermarmi e che mi conveniva andare via, continuando a minacciarmi».
Lei se ne è andato?
«A quel punto ho visto un gruppo di ciclisti di fronte San Giacomo e ho riconosciuto il ragazzo della bici. Mi sono avvicinato, ma sono stato circondato da tre uomini e da una donna che inveiva, a cui poi si è aggiunta la signora della bici. Stavo male, avevo il battito accelerato e dolori ovunque e ho chiesto agli avventori del bar di chiamare il 118 e la polizia».
Ora come intende procedere?
«Sono stato in Pronto soccorso e mi hanno dimesso con una prognosi di cinque giorni. Quello che mi angoscia di più è il trauma che ha dovuto sopportare mia figlia che era terrorizzata. Ovviamente ho sporto denuncia anche perché essere investito da una bici elettrica con sopra una persona di 80 chili a tutta velocità poteva provocarmi una caduta fatale. Chiederò anche i video delle telecamere della zona e mi appello a chi avesse visto qualcosa perché testimoni».
Ieri Nicchetto ha anche ricevuto messaggi di vicinanza e solidarietà da tante persone compreso il presidente del Consiglio comunale, Beniamino Boscolo Capon. «Esprimo la più sentita solidarietà del Consiglio e la mia personale al collega Nicchetto», spiega Capon, «È intollerabile per chiunque essere aggrediti per futili motivi. Va stigmatizzato il comportamento di certe persone che reagiscono in maniera brutale invece di aprirsi al dialogo, con l’aggravante che la vittima, nella fattispecie, è una persona al servizio della comunità, aggredita in un luogo pubblico».