Un Marco Polo “digitale” torna in Cina 700 anni dopo: in libreria l’originale volume di Marco Gandini
A 700 anni dalla sua morte, l’interesse per Marco Polo e il suo viaggio in Cina è tutt’altro che scemato, tanto più poiché in questi anni, dopo tanto isolamento, il grande paese d’oriente attrae sia per relazioni politiche e culturali sia soprattutto per un volume crescente di scambi economici con l’Europa. Sappiamo che il libro il Milione fu dettato da Marco Polo, che si trovava prigioniero dei genovesi intorno agli anni 1298-99, a Rustichello da Pisa in una lingua che mischiava il francese con parole veneziane e toscane.
Ancor più ardua le citazioni di luoghi e città, riportate traslitterando un po’ ad sensum lingue quali arabo, persiano, cinese.
Non essendo ancora inventata in Europa la stampa ed essendo andato perduto l’originale, si hanno circa 150 versioni del libro, che il paziente studioso Luigi Foscolo Benedetto ha raccolto in una pubblicazione del 1932 in due gruppi: A (sulla base del testo franco-italiano di inizio Trecento che p presente alla Bibliothèque de France) e B (in latino, veneziano e italiano, molto più ricco di dettagli).
Ovviamente, nel corso dei secoli sono state pubblicate molte ricerche sull’itinerario del viaggio e ci si è interrogati sulle vicende storiche raccontate, cercando conferme e ipotizzando infondatezze.
Originale, su questa lunga scia, è il libro Venezia-Pechino. Marco Polo torna in Cina di Marco Gandini, appena edito da Gaspari.
L’autore immagina che un giovane Marco Polo dell’era digitale, avvinto dall’avventura dell’illustre antenato dell’era medievale, si accinga a ripercorrere il viaggio più famoso del mondo da Venezia a Pechino con il padre e lo zio.
Si immagina quali merci preziose trasporti sulla base degli scambi attuali e quali paesi debba percorrere: sbarco ad Acri in Israele e poi, bypassando Libano, Giordania e Siria, attraversare Turchia, Iran, Afghanistan, Tajikistan e Cina.
Per ogni città e luogo Gandini fornisce una gran quantità di informazioni storiche, geografiche e antropologiche, nonché di architettura, arte, religione, lingue, economia.
Il percorso dei Polo rimane il riferimento fisso e, nel caso di incertezze nella giungla delle località, vengono esposte le possibili varianti dell'itinerario.
L’avventura dei Polo medievali e di quelli digitali si mischia in una visione dell’autore che allo stesso tempo è interessante, approfondita e non priva di un certo umorismo.