A Casarsa si celebra Nico Naldini, lo scrittore che fece incontrare cultura friulana e letteratura italiana
Si intitola “Naldini e Pasolini” e per la prima volta indaga in maniera sistematica la figura di Nico Naldini, poeta, narratore e biografo, uno dei più notevoli scrittori e intellettuali del secondo Novecento e dei primi decenni di questo secolo, il convegno annuale di studi organizzato dal Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa, in programma venerdì 8 e sabato 9 novembre a Casarsa, nella sala consiliare di Palazzo Burovich.
Appuntamento annuale di prestigio che porta in Friuli intellettuali, accademici e studiosi da tutta Italia, come afferma il presidente del Centro Studi Marco Salvadori, «affronta la figura di Naldini, non nel ruolo che per lui è stato anche penalizzante, ovvero quello di cugino di Pasolini, ma lo vuole indagare come intellettuale a tutto tondo, poeta, narratore e biografo raffinato. Riscoprire e celebrare il valore indipendente della sua opera è un atto dovuto a un artista che ha saputo rendere universali i valori della nostra terra ed è un vanto per la nostra comunità».
Naldini ricevette infatti dalla città di Casarsa della Delizia l’onorificenza di cittadino dell’anno e, più recentemente, la biblioteca civica cittadina è stata intitolata in suo onore.
Curato da Francesco Zambon, docente dell’Università di Trento, il convegno si articolerà in due giornate di interventi e approfondimenti, aperte venerdì 8 alle 15 dalla presentazione dello stesso Zambon, che introdurrà l’importanza di Naldini come figura letteraria indipendente, «capace di costruire una propria poetica in cui l’incontro fra cultura friulana e letteratura italiana dà vita a un linguaggio personale, immediato e aperto al mondo».
La prima giornata accoglierà il contributo di Franco Zabagli del Gabinetto Vieusseux di Firenze, che esplorerà il ruolo di Naldini all’interno della cultura del Novecento, con uno sguardo su tre grandi intellettuali, Giovanni Comisso, Filippo De Pisis e Sandro Penna, con cui Naldini condivise momenti significativi della sua vita. Seguirà Philippe Di Meo, scrittore e saggista, che interverrà sulla complessa attività di Naldini come biografo di Pasolini.
Anna Modena, dell’Università di Pavia, approfondirà poi l’aspetto lirico e narrativo dell’opera di Naldini, presentandolo come un “poeta del ritratto,” mentre Elvio Guagnini, docente emerito dell’Università di Trieste, rifletterà sulla forma narrativa dei suoi ricordi.
La seconda giornata, che si aprirà alle 9, sarà dedicata principalmente al rapporto tra Naldini e Pasolini, ma con un’ottica diversa rispetto al passato: sarà infatti l’esperienza di Naldini ad essere messa in primo piano. Luciano De Giusti, dell’Università di Trieste, parlerà dell’interesse di Naldini per il cinema, che negli anni ’70 portò a significative collaborazioni. Caterina Furlan, dell’Università di Udine, esaminerà il rapporto tra Naldini, Pasolini e lo scultore Ado Furlan, con un’analisi che include anche l’attività di Naldini nei premi letterari friulani.
Lo scrittore e saggista Nicola De Cilia, infine, offrirà una riflessione sull’intensa introspezione poetica di Naldini, prendendo in esame “Giochi proibiti”, una delle sue opere più rivelatrici.
A conclusione del convegno, Claudia Di Fonzo dell’Università di Trento analizzerà la “fame d’amore dei corpi” presente nell’opera di Naldini, mostrando come si colleghi all’immaginario poetico di Pasolini e persino a Dante. L’evento si concluderà con una tavola rotonda diretta dal giornalista Alessandro Mezzena Lona. —