Due vittorie e cinque sconfitte nelle ultime sette di campionato: i numeri dell’Udinese sono in picchiata
I numeri non mentono. Raccontano di un’Udinese in picchiata, non sono a livello di punti raccolti nell’ultimo mese e mezzo, ma anche nel rendimento che pochi è andato a determinare la classifica attuale dei bianconeri dopo l’undicesimo turno di campionato. Due vittorie nelle ultime sette giornate di campionato (a fronte di cinque sconfitte) non possono non preoccupare chi scruta l’orizzonte di una squadra che è comunque nella parte sinistra della classifica (anche nel caso di vittoria del Bologna nel recupero col Milan) e quindi ancora in posizione privilegiata rispetto a quelle che potevano essere considerate le avversarie dirette prima della partenza.
Lasciano un tarlo nella testa soprattutto certe “imbarcate” di cui di tanto in tanto la Zebretta è protagonista. Dal 3-0 all’Olimpico contro la Roma, senza praticamente reagire, ai gol in apertura subiti in casa con Inter e Juventus, all’incapacità di organizzare un assalto credibile al Milan in inferiorità numerica, allo sciagurato black-out in Laguna contro il Venezia. Questione di mentalità, una mentalità in questi passaggi simile a quella che Runjaic pareva aver spazzato con il suo arrivo. E che invece si è ritrovato in casa in determinati frangenti, assaggiando il sapore poco competitivo dell’Udinese che nella scorsa stagione si salvò a stento.
Vale la pena affrontare questo discorso adesso, all’ottavo posto, con 16 punti in tasca. L’ha fatto lo stesso Mister Kosta parlando di «poca maturità», chiedendo «più intensità e attenzione» da qui in avanti. Ma ci ha messo un po’ del suo. Era partito bene con il 3-4-1-2, salvo poi svoltare deciso verso il 3-5-2, il modulo degli ignavi sotto il profilo tattico. Interpreti come Ehizibue o Kamara, due esempi, pensano che sia meglio correre pochi rischi abbassandosi in linea con la difesa, invece era stato proprio il coraggio a portare in testa alla classifica l’Udinese a Parma, dopo quattro giornate. Morale della favola calcistica: l’Udinese diventa prevedibile, poco ariosa nelle sue manovre, e comunque subisce un sacco di gol. Perché la qualità complessiva del reparto arretrato, escludendo il solo Bijol, non è eccezionale. Dal giorno del primato, a metà settembre, l’Udinese ha subito 12 gol in 7 giornate: tre da Roma, Inter e Venezia, due dalla Juventus e uno dal Milan. Quando è riuscita a tenere la porta sigillata, con Lecce e Cagliari, a vinto, altrimenti è rimasta senza punti in pugno. Vale la pena farsi un nodo al fazzoletto?
Di sicuro bisogna cambiare copione. L’ha detto lo stesso tecnico tedesco, senza sperare che sia la differenza di valori tecnici a dettare la svolta. Perché la Zebreatta ha perso sì punti (tutti) con Roma, Inter, Milan e Juve, ma paga soprattutto la frenata di Venezia che va messa nella casella dei passi falsi da recuperare se si vuole avere l’ambizione di chiudere nella scia delle squadre che si giocheranno un posto in Europa.
Primo passo a Bergamo, contro l’Atalanta, la squadra più in forma del momento. Poi, dopo la sosta riservata alle nazionali, altre due trasferte inframezzate da un impegno casalingo, nell’ordine Empoli, Genoa e Monza, all’inizio di un dicembre di fuoco con Napoli, Fiorentina e Torino.