Nell’antica fucina a Piova è nata Maison Massucco
Viola Configliacco
/ Castellamonte
Un legame con il passato, in un’ottica tutta proiettata al futuro, si respira nell’aria da Maison Massucco, la casa vinicola, possiamo definire l’equivalente italiano di uno chateau francese, che ospita la produzione di champagne firmata Alberto Massucco.
I primi appuntamenti di presentazione sono cominciati qualche settimana fa, quando la via in cui ha sede la maison vinicola è stata intitolata a Luigi “Gino” Massucco, imprenditore, ancor meglio fucinatore, che ha dato il via a Massucco Industrie e ha creato un modo di vivere il lavoro che è stato tramandato di generazione in generazione. Oltre al lavoro, Alberto Massucco, classe 1949, ex sindaco di Castellamonte e senatore dal 2001 al 2006, ha lasciato spazio anche alle sue passioni, prima fra tutte quella per lo champagne, che lo ha portato, nell’arco di pochi anni, prima ad acquistare alcune vigne nella regione francese della Champagne e poi a produrre le sue etichette.
La prima bottiglia firmata Massucco nasce nel 2018, ma prima ancora è iniziata l’attività di importazione dei vini di piccoli vignerons, attentamente selezionati, con cui il patron ha avviato sin da subito un’ottima collaborazione. Ora è nata la sua maison a Castellamonte, nella storica fucina che il papà Gino aveva rimesso in piedi a Piova.
Quando è nato il progetto di Maison Massucco?
«L’idea è nata qualche anno fa e inizialmente non si trattava di un progetto così completo. Creare una zona e poi un’altra ancora ha reso chiaro che era necessario aggiungere spazi e ambienti adatti a una vera casa vinicola, partendo dalla fucina del 1882. È stato chiaro, a quel punto, che questo luogo doveva diventare la Maison Massucco e comprendere tutta una serie di attività, dalla conservazione dei vini agli spazi per la degustazione, e il progetto è cresciuto progressivamente. L’idea di recuperare il sito per intero, però, è arrivata meno di due anni fa».
Quali servizi e che tipo di esperienze offrirà Maison Massucco e da quando sarà possibile usufruirne e visitare questo luogo unico per il territorio?
«Abbiamo completato i lavori all’80%. Sono in corso i lavori di rifinitura, di messa a punto. Presumiamo di aprire ufficialmente i battenti a partire dalla primavera. Qui sarà possibile assaggiare le differenti varietà di champagne e prendere parte a degustazioni di vario livello, dalla più semplice alla più completa. Inoltre, sarà possibile acquistare le bottiglie, visitare la maison con le sue cantine, scoprire e scegliere cosa si addice di più ai propri gusti e, perché no, alle proprie richieste, per eventi e manifestazioni. Il tutto sulla base dei desiderata dei clienti: saranno loro a raccontarci le loro preferenze e tutto lo staff sarà pronto all’ascolto».
Gli ambienti sono stati studiati nei minimi dettagli, i colori esterni ricordano le tonalità ramate delle vigne in autunno, si respira un’atmosfera moderna e tuttavia impregnata di storia. Come è stato scelto lo stile di questo luogo?
«Lo stile si è delineato da solo, nel segno della trasformazione di un luogo fatto di radici e di ricordi di antiche storie di famiglia. Grazie al contributo del designer Arnaldo Tranti e dell’architetto Leonardo Porcelli è stato possibile mettere a fuoco il futuro della fucina di Piova. Maison Massucco comprende duemila metri quadrati di cantine, sale degustazioni, salotti di ricevimento e tanto altro, proprio qui dove l’industria di famiglia è nata, con l’intento di unire funzionalità, praticità e modernità a tutto ciò che serve per conservare al meglio i vini».
Quale ambiente di questo luogo sente più suo, la rappresenta di più?
«Ogni spazio ha una funzione diversa e ognuno mi emoziona sempre, è ciò che ho sognato e creato. Amo molto gli ambienti di accoglienza, dal Salone delle feste alla Galleria, luoghi pensati per accogliere fino a 300 ospiti tra morbidi divani e la luce naturale che penetra attraverso le nove grandi finestre affacciate sul torrente Piova, dove trova spazio un “ring” in metallo, simbolo dell’antica forgia che qui aveva sede. Una cucina, per esaltare la condivisione, anima di questo luogo perché champagne e cibo sono il mio modo per accogliere chi desidera condividere le mie passioni più grandi, è stata progettata e ideata da me con lo chef Matteo Baronetto, de Il cambio di Torino. Infine, amo moltissimo le cantine: la Cave du propriétaire, che mi emoziona ogni volta, presenta luci soffuse, volte a botte, pavimenti in ciottoli di fiume, mattoni fatti a mano e volutamente irregolari con al centro un bancone in larice massello, perfetto per le degustazioni; poi c’è la Cave Amc, che custodisce le etichette di Alberto Massucco Champagne, e la Cave des vignerons, con una selezione dei produttori di cui curo in esclusiva la distribuzione in Italia. In mezzo c’è un caveau, custode dei grandi formati, con pareti adorne di box espositivi e un cancello in ferro con le iniziali araldiche, un richiamo ai sontuosi ingressi degli chateaux de France».
Maison Massucco è un ponte tra Italia e Francia: cosa può rappresentare per Castellamonte e il Canavese questo luogo speciale?
«Sicuramente sarà un valore aggiunto per il territorio, non esisteva ancora un posto come questo. Siamo vicini a terre di grandi vini, come Langhe e Monferrato, ma lo champagne non c’era. È un’idea innovativa, originale, quella di proporla nella nostra zona. Inoltre, clienti e appassionati che non sempre possono recarsi in Champagne, perché una visita alla regione e alle sue specialità può richiedere giorni, possono trovare qui un’ottima alternativa. Per degustare, ma anche per vedere immagini e filmati sul lavoro nelle vigne, attraverso un’esperienza completa, senza doversi spostare dall’Italia».
Intanto l’opera in Francia continua: sorgerà una Maison Massucco anche là?
«Sì, nel 2025 apriremo una sede anche là. Non ho mai sperato di arrivare a tanto, ma nascerà ad Avize, nella Côte des Blancs, dove abbiamo le nostre vigne».