Società fallite a Trieste: il 68% operava nell’edilizia. E’ l’effetto del superbonus
Delle 15 liquidazioni giudiziali registrate nei primi dieci mesi dell’anno dal Tribunale di Trieste, 10 interessano società che afferiscono al mondo dell’edilizia. Imprese di costruzioni, anche con decennale esperienza, altre che noleggiano attrezzature alle ditte edili, aziende che si occupano di rifiniture in legno.
«I bonus sull’edilizia hanno drogato il mercato – così, dopo aver pesato i dati, il presidente dell’Ordine dei commercialisti Mario Giamporcaro – e hanno moltiplicato il numero delle imprese edili, con imprenditori spesso improvvisati: questi sono solo i primi risultati». Non solo, le misure «hanno fatto crescere i prezzi a dismisura, con guadagni facili per queste imprese, ma la difficoltà di gestire i crediti ha fatto saltare molte società».
Il risultato è che ora «decine di condomini a Trieste – spiega Anna Fast Molinari, vice presidente dell’Associazione della proprietà edilizia di Trieste e componente del direttivo nazionale di Confedilizia – si trovano con i cantieri bloccati, nel peggiore dei casi perché la ditta è andata gambe all’aria, negli altri perché non hanno la liquidità per pagare i dipendenti o per comperare il materiale. Così hanno bloccato i lavori, quindi è un disastro».
Come accennato, questi sembrano essere solo i primi segnali del terremoto che potrebbe travolgere il comparto. Va tenuto conto che la procedura della liquidazione giudiziale, con l’entrata in vigore nel 2019 del nuovo Codice della crisi d’impresa, ha sostituito il fallimento. «Il Super bonus per le imprese non preparate ha rappresentato il colpo di grazia – valuta il direttore di Confartigianato Enrico Eva –: molte aziende, visto il “bottino”, hanno fatto il passo più lungo della gamba e si sono incagliate sulla liquidità, tenendo conto anche dei continui cambiamenti delle norme da parte dello Stato». «Magari – continua – con tre dipendenti, si sono accaparrate appalti per i quali ne servivano venti, con inevitabile insoddisfazione del cliente». Da amministratore del Confidi, Eva testimonia una elevata richiesta di liquidità da parte da società impegnate nelle costruzioni».
«I nodi vengono al pettine – constata Maurizio Decli, presidente di Confartigianato-edilizia – con tutte le manovre volte a bloccare la gestione dei crediti fiscali, costi dei materiali altissimi, tassi di interesse della banche esorbitanti a fronte di un forte calo di lavoro». Decli, a conferma della situazione e del rischio che il sistema sta correndo, riferisce come «dai dati in possesso della Cassa Edile di Trieste, circa il 30 per cento delle imprese non riesce a pagare i contributi». Tra le società in liquidazione giudiziale ci sono, ad esempio, Ghiaccio costruzioni, Edilmuggia, Sinergika group che aveva sede in via del Pesce, Md costruzione oppure la Mar.cos.
Un monito Eva lo rivolge però anche ai committenti: «In troppi non sono in grado di selezionare le imprese. Come primo aspetto guardano quanto costa, che è un elemento importante, ma che deve essere preso in considerazione dopo aver pesato la serietà, l’esperienza di un’impresa».